PersonAtelier
Contattaci
  • Home
  • Vision & dintorni
    • Mission
    • Manifesto
    • A chi è rivolto
  • Servizi
    • Conosci te stesso
    • Dai Forma e Colore al tuo Stile®
    • Sfodera la tua immagine
  • Negozio
    • Gli spazi
    • I Capi PersonAtelier
    • Il Pronto Moda
    • Bijoux e Pochette
    • Borse e zaini
    • Quaderni
  • Chi sono
  • Blog
  • Sperimentiamo!
  • Archivio iniziative
  • New
  • Foto Gallery
  • Dicono... Diciamo
  • Contatti
  • Materiale

L'abito giusto al momento giusto

31/3/2020

0 Commenti

 
Foto
​Hai mai pensato a quante volte ti cambi d'abito in una giornata?

Di solito ci si veste la mattina per andare al lavoro, poi può capitare nell'arco della giornata di cambiare l'abito perché si va in palestra, o in piscina o a correre, poi magari si va ad un aperitivo e si cambiano solo le scarpe e poi tornando a casa si mettono abiti più comodi, si tolgono le scarpe e infine ci si cambia per andare a dormire.

Ogni cambio definisce un nuovo modo di essere, ed è dettato sicuramente dal fatto che ogni attività richieda una tipologia di abbigliamento consona ma a mio parere questo non è sufficiente, occorre spingersi un po' più in là.
Per fare attività fisica non è sufficiente mettersi una tuta basta che sia, secondo me è importate che il capo sia adatto all'obiettivo che l'attività si propone.
Per esempio se ti cambi per andare a correre e il tuo obiettivo è prepararti per una maratona il colore rosso o il nero ti daranno più carica e grinta, se corri per svagarti e far scivolare i pensieri, il rosa e il blu ti renderanno più serena e rilassata.
Se vuoi dimagrire e ti metti una tuta troppo larga il tuo aspetto e tuoi movimenti saranno più goffi.
Insomma cambiare d'abito permette di entrare nella parte agendo nel modo più efficace.

Questo principio vale ancor di più in questo periodo nel quale siamo prevalentemente nello stesso ambiente, vale a dire in casa e la tendenza è di tenere lo stesso abbigliamento tutta la giornata.
Non condivido l'opinione di vestirsi a casa come se si dovesse uscire, seguendo il ragionamento di sopra penso che l'abbigliamento debba seguire le nostre attività e gli obiettivi connessi.
Se quindi sono in smart working, allora credo che "vestire da lavoro" mi faccia agire più efficacemente che rimanere in tuta, se poi mi prendo una pausa per fare un workout, mettermi il mio abbigliamento da palestra preferito, e non semplicemente calzettoni e un pantalone pur che sia, credo me lo faccia godere di più e mi faccia lavorare in modo più intenso, se poi a fine giornata cucino, perché non indossare un bel grembiule che mi faccia sentire una chef.
Questo è il potere dell'Enclothed Cognition: gli abiti non ti fanno soltanto apparire in un certo modo ma ti fanno agire in quel modo!
​
Allora la prossima volta che inizierai un'attività (lavoro, sport, hobby) pensa anche all'abito giusto per l'occasione: quello che ti consente di fare il tuo meglio e lo farai.
0 Commenti

il punto di partenza del tuo look, tra casualità e causalità

29/2/2020

0 Commenti

 
Foto
Credo che ciascuno di noi abbia un punto di partenza nella costruzione del proprio look, una sequenza che prevale sull'altra o qualche elemento che non può mancare.
Può trattarsi di un accessorio (ad esempio un bijou o di un tipo di scarpe), o di un indumento, che si tratti del vestito, della gonna, del pantalone, poco importa, ciò che conta è individuarlo e usarlo abilmente.
Il mio punto di partenza per molto tempo è stato un accessorio piuttosto voluminoso: i capelli.
Averli ricci e non avere una grande abilità nel curarli mi ha dato, fino ad un certo periodo, la sensazione di essere strana, insolita, un po' arruffata, per questo, andando per ripetizione, nel mio abbigliamento inserivo elementi strani, stravaganti e insoliti, poteva trattarsi del taglio dei pantaloni, o di un accessorio.
La mia associazione per molto tempo è stata: “ciò che è strano è bello” di lì, la mia convinzione che le cose e, per estensione le persone, belle dovessero essere strane. Con il tempo ho modificato questa credenza in: “ciò che è personale e autentico esprime la sua bellezza”, che oggi mi sembra più efficace e adatta a me e mi sembra comprendere anche la precedente che prima suonava come limitante e rigida.
Questo mi ha permesso di indossare capi dai tagli più lineari e più allineati con le mie forme, spesso infatti l'originalità nell'abbigliamento conta di linee piuttosto ampie e voluminose, nella quali la mia corporatura minuta tendeva a scomparire.
Se rifletto su cosa oggi rappresenti il mio punto di partenza direi che il punto di ingresso è la sezione inferiore: gonna o pantalone? La risposta è definita da alcuni altri elementi: la mia sensazione, la mia intenzione, il contesto in cui mi muovo. Davanti ai miei vestiti mi chiedo: di cosa ho bisogno oggi? Cosa voglio trasmettere? Dove sarò?
E di conseguenza scelgo poi gli altri elementi: la parte superiore, le scarpe e gli accessori.
Il tempo necessario per questa analisi quotidiana è di pochi secondi, l'effetto positivo lo sento poi tutta la giornata. Un po' più lungo e articolato è stato il lavoro di consapevolezza sul mio rapporto con l'abbigliamento e sugli impatti, le credenze di cui parlavo prima.
Può darsi che tu abbia chiaro qual è il punto d'ingresso intorno al quale ruota il tuo look, se non fosse così ti propongo alcuni spunti per lavorarci su:
  • osserva se c'è un ingrediente che è una costante per te, qualcosa rispetto al quale ti dici: “non potrei uscire senza” può trattarsi degli orecchini, della collana, di una tipologia di calzature, o di una tipologia di un indumento (es. la giacca, il jeans, il tubino, etc.) in questo caso non vale il make-up;
  • osserva quando scegli quotidianamente i tuoi abiti se parti dalla sezione superiore o da quella inferiore;
  • osserva se c'è un dialogo interno davanti ai tuoi vestiti e di che tonalità è, così come se ci sono convinzioni rispetto al tuo rapporto con i tuoi abiti e se sono per te limitanti o motrici
​A questo punto fai una sintesi: l'ingrediente, la sequenza nella scelta, le parole e le convinzioni che hai notato e usa in modo consapevole ciò che prima era intuitivo, in questo modo quello che prima succedeva casualmente succederà causalmente a giovarne sarà il tuo rapporto con la tua immagine, che potrà diventare più conscio, personale e autentico: provare per credere ;-)


0 Commenti

I vestiti che non indossi

29/1/2020

0 Commenti

 
Foto
Ti sarà forse capitato di leggere o sentire la frase "Dimmi cosa indossi e ti dirò..." mentre secondo me troppo poco ci soffermiamo a riflettere su quello che non indossiamo.
Si può trattare di abiti del proprio guardaroba che sono rimasti dismessi o si può trattare di generi che non si indossano più o che non si sono mai indossati perché ritenuti poco qualcosa (poco opportuni, seri) o troppo qualcosa d'altro (audaci, giocosi, femminili, etc.).
Se sono nel nostro guardaroba una relazione con noi dovrà esserci stata, allora cosa è successo che ci ha fatto prendere le distanze e cosa ci lega oggi che nonostante l'inutilizzo ce li fa tenere con noi?
Per esplorare questa relazione ti propongo un gioco.
Apri il tuo armadio e rispondi a queste domande:
1. Ci sono degli abiti che non indossi da un po' di tempo (almeno 6 mesi/1 anno) ? 
2. Per quale motivo sono inutilizzati? Crea delle categorie, sulla base del racconto che ti fai dei tuoi abiti. Se ti possono essere d'aiuto eccoti qui alcuni racconti:
  • Abiti del  "non si sa mai": sono quelli che ti fanno dire "potrebbe tornarmi utile per una festa, per una cerimonia, per un viaggio, per un incontro aziendale". Di solito quello che succede e che anche si presenta la situazione difficilmente andiamo a ripescare quell'abito.
  • Abiti "nostalgici": sono quelli che ti fanno dire "mi ricorda quella volta, mi ricorda quella persona".
  • Abiti del "quando ero": sono quelli che ti fanno dire "mi ricordano quando ero giovane, magra". Sono simili ai nostalgici ma qui il focus è su di te, nella categoria prima il focus è su un contesto o su una persona.
  • Abiti dei "buoni propositi": sono quelli che ti fanno dire "quando perderò quei due chiletti", "quando rinizierò quell'attività". In definitiva sono gli abiti del quando sarò.
  • Abiti "nel dimenticatoio": sono quelli che ti fanno dire frasi del tipo "non ricordavo neppure di averlo", "non ricordo da dove arrivi", "non ricordo dove l'ho acquistato".
  •  Abiti del "come nuovi": sono quelli che magari hanno ancora il cartellino attaccato, che non hai mai utilizzato. Sono simili ai precedenti ma a differenza degli altri di questi ne hai un vago ricordo.
3. A questo punto avrai un po' di materiale sul quale riflettere. Poniamo ad esempio che gli abiti che non stai indossando appartengano alle categorie "non si sa mai" e "buoni propositi". Rifletti se tra le diverse categorie c'è una relazione e su quale sia il vantaggio nel tenere il legame con quella parte di te e cosa ti stai perdendo. Nel nostro esempio quello che possiamo notare è che entrambe le categorie hanno un piede nel futuro, in questo modo mantengo l'idea o l'illusione di una progettualità (bisogna vedere se mi sto impegnando con un piano d'azione), d'altra parte mi sto perdendo la possibilità di essere più radicata nel mio presente e nel chi sono oggi.
4. L'ultimo passaggio prevede di fare delle scelte, se hai riflettuto sui vantaggi e sugli svantaggi, potrai definire delle azioni, scegliendo cosa tenere e cosa lasciar andare.
Nel nostro esempio potremo scegliere di lasciar andare i vestiti del “non si sa mai” e quelli per i quali siamo pronte dei “buoni propositi” e lasciare così dello spazio vuoto che possa accogliere un nuovo capo più aderente al racconto di chi siamo e di cosa vogliamo oggi.
 
Se ti va di fare questo gioco, gli abiti che deciderai di lasciare andare potranno essere i protagonisti del prossimo Swap Party che ci sarà a febbraio!
 
0 Commenti

Un lessico dell'abbigliamento

19/2/2019

0 Commenti

 
Foto
Gli abiti che indossiamo parlano di noi. Raccontano le nostre caratteristiche, i nostri gusti, gli interessi, i bisogni e le nostre emozioni. Veicolano informazioni che conosciamo e talvolta cose che ignoriamo.
Il racconto poi può essere coerente e armonico presentando le diverse sfumature della nostra identità oppure mostrare gli aspetti che in realtà vorremmo tenere riservati.
Nell'immagine che offriamo attraverso l'abbigliamento possiamo così riconoscerci e piacerci o al contrario sentirla estranea e fonte di frustrazione e disagio, in mezzo a questi due poli ci sono naturalmente diverse altre possibilità.
Concentriamoci però sulla condizione in cui l'abbigliamento non ci rappresenti diventando causa di disagio per noi. Ritengo che in questo caso il nostro guardaroba diventi la nostra principale e più estesa maschera che mettiamo per adattarci all’ambiente e per presentarci pubblicamente.
In questi casi i vestiti che quotidianamente indossiamo anziché riflettere il nostro stile rispecchiano l’esito dei nostri comportamenti adattivi e ci possono dare informazioni sulle sfere nelle quali abbiamo più investito o rispetto a cosa ci siamo più difesi.  
Per esempio se il tuo guardaroba contiene quasi esclusivamente abiti che usi per il lavoro, ipotizziamo un abbigliamento formale da ufficio, rivela che il tuo impegno lo stai mettendo in quella sfera con il rischio che il tuo essere sia aderente prevalentemente al tuo fare lavorativo.
Se invece il tuo guardaroba contiene quasi esclusivamente abiti comodi e di colori che scegli per praticità di abbinamento, dal momento che hai poco tempo per te perché hai la famiglia a cui badare, la casa, etc., ti sta rivelando che probabilmente sei più impegnata con i bisogni degli altri rispetto ai tuoi, o ancora se contiene abiti uguali tra di loro, di un unico colore e senza particolari forme, rivela che forse ti stai difendendo, nascondendoti e rendendoti invisibile.
Insomma poco, a poco le abitudini diventano la nostra realtà, modellano le nostre scelte e noi rischiamo così di perderci di vista.
Come uscire da questa impasse?
Innanzitutto dichiarandoti ciò  di cui hai bisogno e vuoi portare nella tua immagine, ad esempio nei casi sopra descritti si tratta di far emergere gli aspetti della tua personalità che nel tempo sono stati messi in ombra, ad esempio il sé personale, oppure quello femminile o quello estroso esprimendoli sia nell'atteggiamento, sia nell'abbigliamento, ed è a questo punto che torna utile conoscere il lessico dell'abbigliamento© , ovvero un vocabolario che raccoglie i significati simbolici dell'abbigliamento, una sorta di grammatica per il tuo stile.
L'idea del lessico mi è venuta dopo aver letto il libro "Il linguaggio dei vestiti" di Alison Lurie e dopo aver frequentato un corso di introduzione al Feng Shui Fashion Styling con Elisa Scagnetti, in entrambi i casi ho trovato spunti interessanti per riflettere e decodificare il significato di forme e colori ed ho pensato di raccoglierli per utilizzarli in modo intenzionale e agire in modo diverso coerentemente anche con i principi dell'enclothed cognition ma di questo ne parlerò in seguito.
Ed ecco qualche esempio, tratto dal lessico dell'abbigliamento© , per farti capire cosa intendo.
Prendiamo in esame le forme geometriche dei quadrati, delle righe e dei cerchi, che puoi trovare nelle stampe dei tessuti. Oltre all'aspetto estetico potrai così valutare se ti sono utili dal punto di vista del messaggio che veicolano.
I Quadrati nella lettura psicologica simboleggiano delimitazione, la simmetria tra i lati opposti comunica stabilità e organizzazione razionale rimandando alla stabilità. Da indossare se vuoi comunicare solidità, coesione, affidabilità.
Le righe per il loro andamento verticale, suggeriscono crescita, orientamento verso una direzione, ordine e precisione. Da indossare se vuoi trasmettere un’immagine ferma e se vuoi dar sviluppo e crescita alle tue attività.
Se le righe fanno pensare a ordine e precisione le linee curve ed i cerchi rinviano a libertà e rilassamento. I pois che sono spesso presenti in abiti da party o di clown o nelle fantasia dei bambini, rimandano a vivacità e divertimento. Da indossare se vuoi liberare il lato spiritoso ed estroso.
 
Se vuoi conoscere meglio il vocabolario ne parlo durante il workshop “Dai Forma  & Colore al tuo Stile”, oltre alle forme i significati sono estesi ai colori e a diverse tipologie di capi. Le prossime date le trovi qui: http://www.personatelier.com/new.html

Inoltre i principi dell’armocromia e dell’enclothed cognition sono alla base della realizzazione dei capi PersonAtelier, di questo te ne parlerò nel prossimo post.
​A presto!
 
 
 

0 Commenti

Gli abiti che vestono le tue forme ed i tuoi pensieri: un breviario per lo stile & l'autostima

1/2/2019

0 Commenti

 
Foto
A quattro anni dall'apertura di PersonAtelier inauguro questo Blog. Fino ad oggi ho gestito le attività nel day by day, con azioni di respiro molto piccolo, pensate più o meno di giorno in giorno. Da quest'anno voglio mettere il mio impegno nel dare maggior spazio alla pianificazione e al racconto oltre che all'azione.
Nel descrivere PersonAtelier voglio partire da due parole che hanno sempre avuto su di me un fascino particolare: abito e pensiero. La voglia di dargli voce in questo contenitore è emersa quando qualche settimana fa mi sono imbattuta in un sito (insegnareonline.com) che presentava uno scambio narrativo, nel libro di De Amicis L'idioma gentile, tra uno scrittore ed una frase. Nel libro lo scrittore dice alla frase: “non puoi vestir la mia idea, le faresti addosso delle pieghe, e parresti un abito preso a nolo”. Vani sono i tentativi della frase di convincere lo scrittore ad utilizzarla e sebbene egli ne sia tentato desiste ribadendo che non può perché: “Le rassomigli, ma non sei quella che cerco”.
Ecco PersonAtelier, con i suoi prodotti ed i suoi servizi è nato con la finalità di aiutarti a trovare il tuo abito in fatto di forme e pensieri.
Se lo cerchi sul dizionario abito deriva da habĭtus, può significare un modo di essere, un comportamento, una disposizione dell'animo e del fisico: è tutto ciò che siamo soliti avere con noi e portarci dietro continuamente. Di qui i suoi derivati, abituale, abitudine, abituare. 
​
Risultano immediate le sue implicazioni sull'immagine, che esibiamo abitualmente attraverso lo stile, e sulla nostra autostima attraverso i pensieri, le opinioni e le convinzioni che abitano la nostra mente.
In definitiva gli abiti che scegliamo di indossare, d'abitudine ogni giorno, per vestire le nostre forme ed i nostri pensieri diventano il nostro stile prevalente e alimentano la nostra autostima.
Di qui la mia convinzione profonda dell'importanza di porre attenzione alla qualità dei nostri abiti. Qualità da ricercare a partire dalla stoffa, passando poi dal modello, e infine dal colore e questo vale per gli abiti che vestono le forme e quelli che vestono i pensieri.

​
E allora qui di seguito ti propongo un piccolo breviario per prenderti cura del tuo stile e della tua autostima attraverso la scelta degli abiti che ti si addicono.
Occorre innanzitutto dotarti di buone stoffe: fibre naturali che non siano nocive per la tua salute, modelli, forme e colori che ti valorizzino nell'aspetto, sostenendoti al tempo stesso nelle tua intima essenza e dando grinta ed energia alle tue aspirazioni.
Allo stesso modo occorre che tu ponga attenzione alla stoffa dei tuoi pensieri, mi riferisco alle parole che scegli nel tuo quotidiano: non trascurare di usare quelle a valenza positiva, conta sull'intera gamma dei colori, specie quelli vivaci e accesi... quanto al confezionamento crea un buon equilibrio tra forme spigolose e linee curve nelle tue conversazioni.
Infine resisti alla tentazioni di indossare abiti non adatti per modello, colore, taglia, foggia e cerca, cerca ancora!
E se ancora non avrai trovato, potrai sempre fare un salto da noi, dove c'è quello occorre in fatto di abito e habitus, per vestirti dentro e fuori ;-)
0 Commenti

    Archivi

    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Novembre 2020
    Ottobre 2020
    Settembre 2020
    Agosto 2020
    Luglio 2020
    Giugno 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Febbraio 2020
    Gennaio 2020
    Dicembre 2019
    Novembre 2019
    Ottobre 2019
    Settembre 2019
    Agosto 2019
    Luglio 2019
    Giugno 2019
    Maggio 2019
    Aprile 2019
    Marzo 2019
    Febbraio 2019

    Categorie

    Tutto
    3 R Poteri Dell'abito
    Abbigliamento
    Abito
    Armadio
    Armocromia
    Autunno
    Brand Abbigliamento
    Brand Moda
    Cambiamento
    Colore
    Comunicazione
    Corpo
    Dai Forma E Colore Al Tuo Stile
    Daimon
    Decluttering
    Embodied Cognition
    Enclothed Cognition
    Estate
    Fashion Week
    Forme
    Futuro
    Guardaroba
    Habitus
    Identità
    Immaginazione
    Intelligenza Artificiale
    Inverno
    Lessico Dell'Abbigliamento
    Linguaggio Positivo
    Mente
    Mettersi Addosso
    Moda
    Pensiero
    Poteri Dell'abito
    Primavera
    Psicologia Colore
    Psicologia Dell'Abbigliamento
    Psicologia E Abbigliamento
    Psicologia E Moda
    Psicologia Moda
    Sé
    Serendipity
    Stagioni Interne
    Stile
    Swap Party
    Talenti
    Talento
    Vestirsi
    Vision

    Feed RSS

Fornito da Crea il tuo sito web unico con modelli personalizzabili.