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il punto di partenza del tuo look, tra casualità e causalità

29/2/2020

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Credo che ciascuno di noi abbia un punto di partenza nella costruzione del proprio look, una sequenza che prevale sull'altra o qualche elemento che non può mancare.
Può trattarsi di un accessorio (ad esempio un bijou o di un tipo di scarpe), o di un indumento, che si tratti del vestito, della gonna, del pantalone, poco importa, ciò che conta è individuarlo e usarlo abilmente.
Il mio punto di partenza per molto tempo è stato un accessorio piuttosto voluminoso: i capelli.
Averli ricci e non avere una grande abilità nel curarli mi ha dato, fino ad un certo periodo, la sensazione di essere strana, insolita, un po' arruffata, per questo, andando per ripetizione, nel mio abbigliamento inserivo elementi strani, stravaganti e insoliti, poteva trattarsi del taglio dei pantaloni, o di un accessorio.
La mia associazione per molto tempo è stata: “ciò che è strano è bello” di lì, la mia convinzione che le cose e, per estensione le persone, belle dovessero essere strane. Con il tempo ho modificato questa credenza in: “ciò che è personale e autentico esprime la sua bellezza”, che oggi mi sembra più efficace e adatta a me e mi sembra comprendere anche la precedente che prima suonava come limitante e rigida.
Questo mi ha permesso di indossare capi dai tagli più lineari e più allineati con le mie forme, spesso infatti l'originalità nell'abbigliamento conta di linee piuttosto ampie e voluminose, nella quali la mia corporatura minuta tendeva a scomparire.
Se rifletto su cosa oggi rappresenti il mio punto di partenza direi che il punto di ingresso è la sezione inferiore: gonna o pantalone? La risposta è definita da alcuni altri elementi: la mia sensazione, la mia intenzione, il contesto in cui mi muovo. Davanti ai miei vestiti mi chiedo: di cosa ho bisogno oggi? Cosa voglio trasmettere? Dove sarò?
E di conseguenza scelgo poi gli altri elementi: la parte superiore, le scarpe e gli accessori.
Il tempo necessario per questa analisi quotidiana è di pochi secondi, l'effetto positivo lo sento poi tutta la giornata. Un po' più lungo e articolato è stato il lavoro di consapevolezza sul mio rapporto con l'abbigliamento e sugli impatti, le credenze di cui parlavo prima.
Può darsi che tu abbia chiaro qual è il punto d'ingresso intorno al quale ruota il tuo look, se non fosse così ti propongo alcuni spunti per lavorarci su:
  • osserva se c'è un ingrediente che è una costante per te, qualcosa rispetto al quale ti dici: “non potrei uscire senza” può trattarsi degli orecchini, della collana, di una tipologia di calzature, o di una tipologia di un indumento (es. la giacca, il jeans, il tubino, etc.) in questo caso non vale il make-up;
  • osserva quando scegli quotidianamente i tuoi abiti se parti dalla sezione superiore o da quella inferiore;
  • osserva se c'è un dialogo interno davanti ai tuoi vestiti e di che tonalità è, così come se ci sono convinzioni rispetto al tuo rapporto con i tuoi abiti e se sono per te limitanti o motrici
​A questo punto fai una sintesi: l'ingrediente, la sequenza nella scelta, le parole e le convinzioni che hai notato e usa in modo consapevole ciò che prima era intuitivo, in questo modo quello che prima succedeva casualmente succederà causalmente a giovarne sarà il tuo rapporto con la tua immagine, che potrà diventare più conscio, personale e autentico: provare per credere ;-)


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I vestiti che non indossi

29/1/2020

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Ti sarà forse capitato di leggere o sentire la frase "Dimmi cosa indossi e ti dirò..." mentre secondo me troppo poco ci soffermiamo a riflettere su quello che non indossiamo.
Si può trattare di abiti del proprio guardaroba che sono rimasti dismessi o si può trattare di generi che non si indossano più o che non si sono mai indossati perché ritenuti poco qualcosa (poco opportuni, seri) o troppo qualcosa d'altro (audaci, giocosi, femminili, etc.).
Se sono nel nostro guardaroba una relazione con noi dovrà esserci stata, allora cosa è successo che ci ha fatto prendere le distanze e cosa ci lega oggi che nonostante l'inutilizzo ce li fa tenere con noi?
Per esplorare questa relazione ti propongo un gioco.
Apri il tuo armadio e rispondi a queste domande:
1. Ci sono degli abiti che non indossi da un po' di tempo (almeno 6 mesi/1 anno) ? 
2. Per quale motivo sono inutilizzati? Crea delle categorie, sulla base del racconto che ti fai dei tuoi abiti. Se ti possono essere d'aiuto eccoti qui alcuni racconti:
  • Abiti del  "non si sa mai": sono quelli che ti fanno dire "potrebbe tornarmi utile per una festa, per una cerimonia, per un viaggio, per un incontro aziendale". Di solito quello che succede e che anche si presenta la situazione difficilmente andiamo a ripescare quell'abito.
  • Abiti "nostalgici": sono quelli che ti fanno dire "mi ricorda quella volta, mi ricorda quella persona".
  • Abiti del "quando ero": sono quelli che ti fanno dire "mi ricordano quando ero giovane, magra". Sono simili ai nostalgici ma qui il focus è su di te, nella categoria prima il focus è su un contesto o su una persona.
  • Abiti dei "buoni propositi": sono quelli che ti fanno dire "quando perderò quei due chiletti", "quando rinizierò quell'attività". In definitiva sono gli abiti del quando sarò.
  • Abiti "nel dimenticatoio": sono quelli che ti fanno dire frasi del tipo "non ricordavo neppure di averlo", "non ricordo da dove arrivi", "non ricordo dove l'ho acquistato".
  •  Abiti del "come nuovi": sono quelli che magari hanno ancora il cartellino attaccato, che non hai mai utilizzato. Sono simili ai precedenti ma a differenza degli altri di questi ne hai un vago ricordo.
3. A questo punto avrai un po' di materiale sul quale riflettere. Poniamo ad esempio che gli abiti che non stai indossando appartengano alle categorie "non si sa mai" e "buoni propositi". Rifletti se tra le diverse categorie c'è una relazione e su quale sia il vantaggio nel tenere il legame con quella parte di te e cosa ti stai perdendo. Nel nostro esempio quello che possiamo notare è che entrambe le categorie hanno un piede nel futuro, in questo modo mantengo l'idea o l'illusione di una progettualità (bisogna vedere se mi sto impegnando con un piano d'azione), d'altra parte mi sto perdendo la possibilità di essere più radicata nel mio presente e nel chi sono oggi.
4. L'ultimo passaggio prevede di fare delle scelte, se hai riflettuto sui vantaggi e sugli svantaggi, potrai definire delle azioni, scegliendo cosa tenere e cosa lasciar andare.
Nel nostro esempio potremo scegliere di lasciar andare i vestiti del “non si sa mai” e quelli per i quali siamo pronte dei “buoni propositi” e lasciare così dello spazio vuoto che possa accogliere un nuovo capo più aderente al racconto di chi siamo e di cosa vogliamo oggi.
 
Se ti va di fare questo gioco, gli abiti che deciderai di lasciare andare potranno essere i protagonisti del prossimo Swap Party che ci sarà a febbraio!
 
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Sfodera la tua immagine

28/12/2019

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L’immagine è come arriviamo agli altri è quello che mostriamo di noi: abbigliamento, gesti, posture. Sulla base di questo gli altri ci rimandano aspetti della nostra identità: sei curata, orginale, professionale, seria, etc.
L’identità è un dono sociale dice Galimberti: non è una dote naturale, l’identità ce la danno gli altri, è il frutto del riconoscimento. 
Immagine e identità sono in costante relazione. Come fare allora a garantire allineamento, coerenza e autenticità.
Per me questo è il lavoro del nostro stile. La nostra cifra stilistica allinea e comunica la nostra identità rappresentandola con l’immagine.
 
Qui di seguito ti propongo 3 passaggi per sfoderare la tua immagine.
 
1° Descrivila
  • Metti a fuoco chi sei, esprimilo con 5 parole chiave che descrivano le tue caratteristiche ed i tuoi valori (esempio: orginale, innovativa, curiosa, industriosa, ricercata).
  • Trasforma queste parole in forme & colori, ovvero se queste caratteristiche fossero forme (geometriche o oggetti) quali sarebbero? E di quali colori? Rifletti sul perchè hai scelto quelle forme e quei colori (esempio la forma di queste caratteristiche sarebbe un gioco come il monopoli, con tante caselle colorate di turchese, giallo, fucsia, colori vivaci e brillanti. Avrebbero questa forma perchè è compatta ma al tempo stesso dinamica nei suoi contenuti e per i suoi colori).
2° Accessoriala
  • Cosa vuoi mostrare, attraverso forme e colori, della tua identità? Metti in parole lo stile che vuoi adottare per rappresentare chi sei (esempio uno stile essenziale nelle forme e colorato con dettagli originali negli accessori).
3° Sfoderala
  • Seleziona dal tuo guardaroba i capi che corrispondono allo stile che hai descritto, fotografali e divertiti a comporre diversi outfit uscendo un po’ dai soliti abbinamenti, aiutandoti con apposite app (io utilizzo stylicious) o puoi realizzare collage con gli strumenti del tuo smarphone e poi divertiti ad indossarli. Se ritieni di non avere nel tuo guardaroba gli elmenti che hai descritto puoi iniziare a scaricare delle immagini da internet o puoi fotografare gli elementi da riviste e allo stesso modo comporre gli outfit con un app o con le risorse del tuo smarphone, se qualcuno di questi ti convince puoi provarli dal vivo in un negozio o puoi sperimentare l’acquisto online oppure puoi chiedere a qualche amica se ha qualcosa di simile della tua taglia da farti provare.
 
Il tuo stile ti rivela, ti racconta e ti rinforza se vuoi dargli forma e colore la prossima occasione la trovi qui.

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PANTONE INSIDEOUT

13/9/2019

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Il team del Pantone Color Institute ha decretato quali saranno i colori che guideranno le principali tendenze cromatiche della stagione autunno inverno 2019/2020 e che ritroveremo con grande probabilità nelle aree del design e della moda.
Mi sono allora riproposta di osservarli dal punto di vista della simbologia del colore per vedere quali energie troveremo maggiormente in commercio, e capire quale uso farne.
Per non tascurare anche gli aspetti estetici ho realizzato alcuni abbinamenti utilizzando il cerchio cromatico di Itten.
E allora vediamole insieme le diverse gamme di colore nelle dimensioni INSIDE & OUT:
Partiamo con gli aspetti INSIDE.
Rosso - PANTONE 17-1545 Cranberry; PANTONE 17-1450 Summer Fig; PANTONE 19-1534 Merlot.
Il rosso è probabilmente il colore più dominante che esiste e rappresenta universalmente l'azione, la necessità di affermarsi. E’ molto attivo stimola, eccita, suscita delle voglie. Rende molto visibili, attira gli sguardi e fa apparire forti, determinati, potenti, trasforma in winner.
Tutto questo quanto più acceso è, quindi nella sfumatura Crandberry che come riporta il Team Pantone è “un rosso vitale che dà un tocco deciso e pungente alla palette". La sfumatura Summer Fig che è un po’ più calda viene attenuata nel suo significato e si fa più amicale, più accogliente, trasmettendo un senso di allegria, giocosità e vivacità. Forse per questo il Team Pantone l’ha descritta come: “ricca di sapori che infonde un tocco di esotico”.
Infine decisamente più profondo e scuro nella sfumatura Merlot questo colore si fa meno impulsivo, più concreto e stabile, rendendo la visibilità più discreta ma non per questo meno influente e anzi forse più autorevole.
In breve, usa:
Crandberry se hai bisogno di una sferzata di energia e hai necessità di renderti visibile e affermarti.
Summer Fig: se vuoi favorire un clima energico, vitale, accogliente e amicale.
Merlot: se vuoi lasciare il segno in modo discreto e profondo.
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Rosa PANTONE 16-1532 Crabapple.
Il rosa è il colore della tenerezza, ci aiuta a pensare che la vita sia bella, è un colore che mette di buon umore, le emozioni collegate sono la meraviglia e la gioia. Più si avvicina all'arancio (come in questo caso) più ne assume le proprietà, quindi più divertente e giocoso.
Puoi usarlo se hai bisogno di connetterti con la tua parte emotiva o con quella degli altri, se vuoi dotarti di uno sguardo positivo e innalzare il tuo umore.
Il team Pantone dice che “porta calore e conforto”.

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Viola (Malva) PANTONE 18-3211 Grapeade.
Poiché il violetto è la lunghezza d'onda più corta ed è l'ultimo colore visibile prima dello spettro dei raggi ultravioletti, il viola è stato assunto come un colore spirituale, ma sono molti i significati ad esso associati: dall’indipendenza, all’intuizione, alla creatività, al mistero, alla regalità, all’illuminazione intellettuale, ma anche, in caso negativo, al malumore.
In questa sfumatura malva diventa più romantico, delicato e femminile.
Lo puoi usare per impressionare più per il tuo spirito e per la tua originalità e quando hai bisogno di ispirazione e di scendere un po’ sotto alla superficie delle cose.

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Verde PANTONE 19-5230 Forest Biome.
Il verde è il colore dell’equilibrio (si trova al centro dello spettro visibile), anti stress, rigenera, placa, apporta serenità e rivitalizza, rappresenta la crescita, la rigogliosità e l’abbondanza.
Da indossare quando ci si vuole prendere cura di qualcosa o qualcuno e farlo crescere forte e in salute.

Blu - PANTONE 19-4055 Galaxy Blue; PANTONE 18-4217 Bluestone e nei neutri PANTONE 19- 3815 Evening Blue.
Se il rosso accende e carica il blu calma e rilassa,per questo porta ad un ragionamento più creativo dal momento che il controllo si allenta,  infonde un’aura di credibilità, fiducia e autorevolezza, specie nelle tonalità più scure come l’Evening e polverose come il Bluestone.
Nelle sfumature più cariche come il Galaxy si energizza un po’ ma sempre
mantenendo la sua formalità e natura di rappresentanza credibile e affidabile.
Utilizzalo dunque nelle sfumature più scure e polverose se hai bisogno di rallentare, di analisi e serietà e se vuoi accendere un po’ di pensiero creativo adotta il Galaxy.

Giallo PANTONE 15-1147 Butterscotch e PANTONE 16-0840 Antique Moss.
L’uno è un giallo dorato, l’altro è un verde a base gialla,in ogni caso giallo vuol dire movimento, azione, ottimismo, positività, creatività:è energia allo stato puro.
Da utilizzare ogni volta che hai bisogno di caricarti come una pila.
Marrone PANTONE 19-1419 Chicory Coffee, PANTONE 17-1143 Hazel.
La prima è una tonalità scura e robusta, la seconda calda e morbida.
Colore in passato maltrattato associato alla campagna e da tenere quindi lontano dal contesto cittadino, è un colore che non spaventa, non mette in soggezione, richiama alla terra al suo essere lì presente e accogliente, da usare quindi se vuoi mostrare la tua affidabilità, il tuo esserci senza fuochi d’artificio ma con tanta sostanza che nutre.
ABBINAMENTI CROMATICI
Di seguito per i diversi colori Pantone ho preparato alcuni abbinamenti secondo la modalità "analogo", "triade", "complementare" che riguarda la posizione dei colori nella ruota cromatica di Itten.
I colori analoghi sono quelli che
contengono un colore comune, e si trovano uno accanto all'altro sulla ruota.
I colori complementari si trovano uno di fronte all'altro.
La triade: sono tre colori equidistanti nel cerchio cromatico.
Scegli le combinazioni che fanno per te INSIDEOUT!

Approfondimenti dal sito Pantone li trovi qui
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L'estate addosso (cit. Jovanotti)

31/7/2019

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Il titolo della canzone di Lorenzo Jovanotti mi è sembrato perfetto per proseguire il discorso delle stagioni interne iniziato qui e per darti qualche spunto per indossarla (l'estate) nel caso ne avessi bisogno.

Come ti accennavo nel precedente post, dal lessico dell'abbigliamento (in particolare dall'associazione dei simboli di forme e colori) sono nati gli outfit di quelle che ho chiamato le stagioni interne con suggerimenti per poterle indossare al fine di completare il proprio sé.
Se le stagioni interne sono il punto di arrivo il punto di partenza è stato lo spunto di una teoria chiamata dei “sé possibili” secondo la quale nel definire chi siamo concorrono sia le idee di chi riteniamo di essere (sé attuale), sia di chi siamo stati (sé passato) e anche quelle di chi potremmo essere (sé possibile).
Quando entriamo nella dimensione del possibile, ad esempio lavorando sulla nostra visione personale, per dar corpo e radicare a terra il nostro immaginario possiamo intervenire con l'uso di simboli che segnalano a noi stessi e agli altri la nuova identità in fase di costruzione operando un “completamento simbolico”.

Ti faccio un esempio, poniamo che tu abbia lavorato sulla tua visione personale e ti sei immaginata nel tuo futuro essere più libera e grintosa di quanto non lo sia nella situazione attuale, questo è un tuo sé possibile, per dargli corpo e renderlo operativo puoi iniziare a introdurre elementi che rendano visibili a te e agli altri queste nuove dimensioni nella tua identità e il modo più immediato per farlo è con le forme ed i colori degli abiti e degli accessori. Potrai così iniziare ad usare forme astratte nelle stampe dei tuoi capi per dar corpo alla libertà e colori nelle tonalità del rosso e del porpora per dare energia alla tua grinta.
Seguendo questo ragionamento possiamo usare diversi simboli per “completarci” e le stagioni interne sono un piccolo aiuto in questo senso.
Per esempio l'estate, il cui significato è, dalla radice indoeuropea “aidh”, ardere, infiammare, bruciare, in relazione all'intenso calore, simboleggia gli elementi di forza, sicurezza, determinazione, energia, focalizzazione sugli obiettivi, azione, successo, ambizione; la puoi utilizzare se il tuo sé possibile prevede qualcuna di queste dimensioni.
In questo caso vestirti d'estate può esserti d'aiuto ed ecco come: privilegia f
orme grintose e lineari (es. righe verticali), con punte, triangoli, rombi e forme angolari che rappresentino dei fendenti; adotta colori “statement” quali il blu, il nero, il grigio, o colori energici come l'azzurro-blu, il turchese, il verde e il rosso.
I simboli diventano così preziosi alleati nella comunicazione e nella definizione di chi sei e di chi vuoi diventare.
Se l'argomento ti interessa ne parlo nel prossimo workshop, ti aspetto!

Approfondimenti
La teoria dei sé possibili è delle ricercatrici Hazel Markus e Paula Nurius, trovi qui qualche info
​La teoria del completamento simbolico è di Wicklund & Gollwitzer , trovi qui qualche info

Le altre stagioni le trovi qui
Autunno
Inverno
Primavera


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prendi appunti dal tuo guardaroba

10/4/2019

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In questo post ti propongo di osservare il tuo guardaroba non solo dal punto di vista dell'estetica ma anche dal punto di vista della psicologia e della comunicazione, vale a dire considerando cosa le tue scelte in fatto di abiti e accessori raccontano di te per decidere cosa oggi ti corrisponde pienamente e cosa invece non ti rappresenta più, in modo da poter fare delle scelte.
Il tuo guardaroba racconta di te prima ancora che tu esprima il tuo pensiero attraverso la parola, è la “visual identity” della tua personalità.
Prendo a prestito questo termine dal mondo della comunicazione e del marketing perché mi sembra calzante ed efficace.
La visual identity è la parte visiva di un brand e dato che il brand siamo noi i colori, le forme, lo styling dei nostri abiti ed accessori diventano la parte visiva delle nostra identità.

Ogni giorno scegliamo dal nostro armadio capi che danno informazioni al mondo su cosa ci piace, e cosa riteniamo adatto a noi. I capi prescelti rappresentano la miglior soluzione che abbiamo trovato o perché ci corrisponde pienamente o perché ci rassicura o perché tutte le altre non ci convincevano.
Vale la pena allora assicurarci che il contenuto del nostro guardaroba sia adatto a presentarci.
Ed ecco la mia proposta, un'analisi, per cominciare, su 3 dimensioni. Puoi armarti di un notes ed una penna e passare in rassegna i seguenti aspetti stando in ascolto di quello che arriva:
  • Qual è la tipologia prevalente dei vestiti che emerge per occasioni d'uso?
    Questa analisi ti consente di individuare l'identità prevalente che arriva dai tuoi abiti.
    Si tratta di abiti che usi per lavoro? Per il tempo libero? Per stare in casa o da palestra? Fai una stima in percentuale se riesci e individua la prevalenza. Valuta se è coerente con chi sei tu oggi. Ad esempio nel mio caso, sino a poco tempo fa avevo una prevalenza di abiti “formali” da utilizzare in un contesto lavorativo, ad esempio pantaloni palazzo, con bluse e giacche, di colori “statement” quali il nero, il blu,il grigio, il bianco, mentre scarseggiavano abiti più informali da tempo libero, dei jeans per esempio, delle gonne e dei maglioncini colorati che ho successivamente inserito. La mia identità prevalente era quella della professionista e sentivo che mi mancava la parte più libera e spensierata della sfera personale.
  • Qual è la tipologia prevalente di capi?
    Questa analisi ti consente di individuare innanzitutto se il guardaroba è ben bilanciato e in seconda battuta su cosa prediligi investire e a che fine. Ha in maggioranza di maglie, bluse, camicie, pantaloni, gonne, giacche, giacconi, abiti, scarpe, borse, etc.? Soffermati anche sullo stile dei capi.
    Capita spesso, quando non siamo pienamente soddisfatte della nostra immagine, che investiamo maggiormente in quei capi che riteniamo “innocui” per noi perché spostano l'attenzione da quelli che riteniamo i nostri punti deboli, ad esempio sulle scarpe, sulle borse, sui bijoux o su elementi che ci “rassicurano” dal momento che ci coprono (sia per forma sia per colore). Raramente questa è la miglior scelta perché il rischio è di appiattirsi in un'immagine al ribasso che non ci valorizza.
    Ti faccio sempre il mio esempio, nel mio armadio mi sono accorta di avere una prevalenza di capispalla, vale a dire per la stagione invernale cappotti e piumini e per la stagione primaverile soprabiti e giacche rispetto al numero di pantaloni e soprattutto di bluse e magliette, inoltre la tipologia dei pantaloni era prevalentemente a palazzo che data la mia statura non risultava particolarmente donante. Mi è stato d'aiuto mettere a fuoco questa sproporzione di capi che hanno la funzione di coprire (sia i capispalla, sia i larghi pantaloni a palazzo) per eliminarne qualcuno e fare spazio per altri capi che mi facessero uscire di più allo scoperto, ad esempio pantaloni più slim e tagli più asciutti.
  • Quali sono i colori prevalenti?
    Questa analisi ti permette di valutare il grado di varietà cromatica e la gamma di sfumature che puoi offrire al tuo umore. Il colore è vibrazione ed energia, favorisce il rilascio di neurotrasmettitori che vanno ad agire sul nostro livello di benessere, se nel nostro guardaroba abbiamo una frequenza unica o poco più corriamo il rischio di devitalizzarci e spegnerci.​ Da questa analisi potrai valutare se hai bisogno di aumentare o di abbassare le tue frequenze inserendo o togliendo dei colori.

A questo punto potrai iniziare a fare una sintesi fissando alcuni punti fermi​
  • L'identità che emerge. Nel caso in cui ti soddisfi non avrai bisogno di apportare modifiche diversamente puoi domandarti cosa manca e quali capi rappresenterebbero la visual identity di quegli aspetti.
  • Tipologia di capi prevalenti. Nel caso in cui il numero e la varietà siano di soddisfazione per te non avrai bisogno di fare nulla, in caso contrario domandati quale bisogno vanno ad appagare i capi che hai in maggiore quantità, e prova ad individuare se lo stesso bisogno può essere soddisfatto con altri elementi che ti valorizzino di più.
  • Colori prevalenti. Anche qui, nel caso in cui la varietà sia di soddisfazione per te non dovrai fare nulla, diversamente ascolta la tua parte più istintiva individua i colori che ti piacciono e inizia a provarli andando alla ricerca della tonalità più adatta a te, in questo l'armocromia ci insegna che, in considerazione del nostro sottotono di pelle, si armonizzano meglio certe tonalità piuttosto che altre, quindi non c'è colore che non possa valorizzarti si tratta solo di trovare il giusto punto di colore.
Bene, mi auguro che questa analisi possa esserti d'aiuto, se il tema ti incuriosisce lo trattiamo nel workshop “Dai forma e colore al tuo stile” che trovi qui e nelle consulenze individuali per le quali puoi scrivermi a: info@personatelier.com
Intanto buon lavoro e prendi tanti appunti dal tuo guardaroba!
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Un lessico dell'abbigliamento

19/2/2019

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Gli abiti che indossiamo parlano di noi. Raccontano le nostre caratteristiche, i nostri gusti, gli interessi, i bisogni e le nostre emozioni. Veicolano informazioni che conosciamo e talvolta cose che ignoriamo.
Il racconto poi può essere coerente e armonico presentando le diverse sfumature della nostra identità oppure mostrare gli aspetti che in realtà vorremmo tenere riservati.
Nell'immagine che offriamo attraverso l'abbigliamento possiamo così riconoscerci e piacerci o al contrario sentirla estranea e fonte di frustrazione e disagio, in mezzo a questi due poli ci sono naturalmente diverse altre possibilità.
Concentriamoci però sulla condizione in cui l'abbigliamento non ci rappresenti diventando causa di disagio per noi. Ritengo che in questo caso il nostro guardaroba diventi la nostra principale e più estesa maschera che mettiamo per adattarci all’ambiente e per presentarci pubblicamente.
In questi casi i vestiti che quotidianamente indossiamo anziché riflettere il nostro stile rispecchiano l’esito dei nostri comportamenti adattivi e ci possono dare informazioni sulle sfere nelle quali abbiamo più investito o rispetto a cosa ci siamo più difesi.  
Per esempio se il tuo guardaroba contiene quasi esclusivamente abiti che usi per il lavoro, ipotizziamo un abbigliamento formale da ufficio, rivela che il tuo impegno lo stai mettendo in quella sfera con il rischio che il tuo essere sia aderente prevalentemente al tuo fare lavorativo.
Se invece il tuo guardaroba contiene quasi esclusivamente abiti comodi e di colori che scegli per praticità di abbinamento, dal momento che hai poco tempo per te perché hai la famiglia a cui badare, la casa, etc., ti sta rivelando che probabilmente sei più impegnata con i bisogni degli altri rispetto ai tuoi, o ancora se contiene abiti uguali tra di loro, di un unico colore e senza particolari forme, rivela che forse ti stai difendendo, nascondendoti e rendendoti invisibile.
Insomma poco, a poco le abitudini diventano la nostra realtà, modellano le nostre scelte e noi rischiamo così di perderci di vista.
Come uscire da questa impasse?
Innanzitutto dichiarandoti ciò  di cui hai bisogno e vuoi portare nella tua immagine, ad esempio nei casi sopra descritti si tratta di far emergere gli aspetti della tua personalità che nel tempo sono stati messi in ombra, ad esempio il sé personale, oppure quello femminile o quello estroso esprimendoli sia nell'atteggiamento, sia nell'abbigliamento, ed è a questo punto che torna utile conoscere il lessico dell'abbigliamento© , ovvero un vocabolario che raccoglie i significati simbolici dell'abbigliamento, una sorta di grammatica per il tuo stile.
L'idea del lessico mi è venuta dopo aver letto il libro "Il linguaggio dei vestiti" di Alison Lurie e dopo aver frequentato un corso di introduzione al Feng Shui Fashion Styling con Elisa Scagnetti, in entrambi i casi ho trovato spunti interessanti per riflettere e decodificare il significato di forme e colori ed ho pensato di raccoglierli per utilizzarli in modo intenzionale e agire in modo diverso coerentemente anche con i principi dell'enclothed cognition ma di questo ne parlerò in seguito.
Ed ecco qualche esempio, tratto dal lessico dell'abbigliamento© , per farti capire cosa intendo.
Prendiamo in esame le forme geometriche dei quadrati, delle righe e dei cerchi, che puoi trovare nelle stampe dei tessuti. Oltre all'aspetto estetico potrai così valutare se ti sono utili dal punto di vista del messaggio che veicolano.
I Quadrati nella lettura psicologica simboleggiano delimitazione, la simmetria tra i lati opposti comunica stabilità e organizzazione razionale rimandando alla stabilità. Da indossare se vuoi comunicare solidità, coesione, affidabilità.
Le righe per il loro andamento verticale, suggeriscono crescita, orientamento verso una direzione, ordine e precisione. Da indossare se vuoi trasmettere un’immagine ferma e se vuoi dar sviluppo e crescita alle tue attività.
Se le righe fanno pensare a ordine e precisione le linee curve ed i cerchi rinviano a libertà e rilassamento. I pois che sono spesso presenti in abiti da party o di clown o nelle fantasia dei bambini, rimandano a vivacità e divertimento. Da indossare se vuoi liberare il lato spiritoso ed estroso.
 
Se vuoi conoscere meglio il vocabolario ne parlo durante il workshop “Dai Forma  & Colore al tuo Stile”, oltre alle forme i significati sono estesi ai colori e a diverse tipologie di capi. Le prossime date le trovi qui: http://www.personatelier.com/new.html

Inoltre i principi dell’armocromia e dell’enclothed cognition sono alla base della realizzazione dei capi PersonAtelier, di questo te ne parlerò nel prossimo post.
​A presto!
 
 
 

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