Le parole stile e autostima portate in un negozio credo che abbiano alla base questo mio desiderio: offrire per la dimensione interiore, per l’autostima, convenzionalmente accresciuta con un lavoro dal di dentro, un rimedio dal di fuori, qualcosa di immediato, facilmente accessibile e fruibile che potesse bastare in sé, o essere il punto di partenza per un percorso più articolato e profondo.
Sullo stile il discorso è più o meno analogo, anche su questo esiste una convinzione diffusa e un po’ semplicistica che lo stile sia innato, che o lo si ha oppure no, creando una distorta corrispondenza tra stile ed eleganza, stile e classe, mentre invece lo stile è l’insieme delle nostre caratteristiche che racconta come stiamo e dove siamo, racconta di ciò che ci domina di momento in momento, dei compromessi e dei comportamenti che ci sembrano più adattivi, di ciò che ci sembra opportuno o meno, di ciò che riteniamo di dover fare, di ciò che riteniamo gli altri si aspettino.
Lo stile è il risultato messo in immagine di credenze, inclinazioni, ipotesi, presunte aspettative, quindi potrà essere elegante, di classe, raffinato ma anche frustrato, arido, protettivo, trasandato. La faccenda interessante è come far sì che racconti quello che ci interessa, quello che ci piace, quello che ci fa un buon servizio.
Il mio desiderio è stato esaudito dalla formulazione dei principi dell’enclothed cognition.
Perché se non c’è dubbio che il lavoro interiore, che passa dalla accettazione di sé, dalla consapevolezza delle proprie risorse, da relazioni supportive, sia la via maestra per accrescere la propria autostima e creare le condizioni per l’espressione di un stile gradevole, è anche vero che gli abiti hanno dei poteri, con il loro impatto simbolico migliorano la percezione di sé, possono infondere caratteristiche di personalità e definire uno stile affascinante.
L’apertura del negozio è avvenuta in questo scenario e con queste premesse, un contesto in cui prodotto e servizio si fondono per lavorare sullo stile a tutto tondo, gli abiti sono interpretati come nudge, spinte gentili, verso un rapporto più disteso e compiaciuto con la propria immagine con ricadute positive sulla propria autostima.
Riprendo un piccolo breviario sullo stile e l’autostima, tratto dal primo articolo del blog, era il 2019.
“Se lo cerchi sul dizionario abito deriva da habĭtus, può significare un modo di essere, un comportamento, una disposizione dell'animo e del fisico: è tutto ciò che siamo soliti avere con noi e portarci dietro continuamente. Di qui i suoi derivati, abituale, abitudine, abituare.
Risultano immediate le sue implicazioni sull'immagine, che esibiamo abitualmente attraverso lo stile, e sulla nostra autostima attraverso i pensieri, le opinioni e le convinzioni che abitano la nostra mente.
In definitiva gli abiti che scegliamo di indossare, d'abitudine ogni giorno, per vestire le nostre forme ed i nostri pensieri diventano il nostro stile prevalente e alimentano la nostra autostima.
Di qui la mia convinzione profonda dell'importanza di porre attenzione alla qualità dei nostri abiti. Qualità da ricercare a partire dalla stoffa, passando poi dal modello, e infine dal colore e questo vale per gli abiti che vestono le forme e quelli che vestono i pensieri.
Per coltivare il tuo stile occorre innanzitutto dotarti di buone stoffe: fibre naturali che non siano nocive per la tua salute, e poi di modelli, forme e colori che ti valorizzino nell'aspetto, sostenendoti al tempo stesso nelle tua intima essenza e dando grinta ed energia alle tue aspirazioni.
E per la tua autostima allo stesso modo occorre che tu ponga attenzione alla stoffa dei tuoi pensieri, mi riferisco alle parole che scegli nel tuo quotidiano: non trascurare di usare quelle a valenza positiva, conta sull'intera gamma dei colori, specie quelli vivaci e accesi, quanto al confezionamento crea un buon equilibrio tra forme spigolose e linee curve nelle tue conversazioni.
Infine resisti alla tentazione di indossare dentro e fuori quanto non ti si addice per modello, colore, taglia, foggia e cerca, cerca ancora!”.