Agosto porta con sé la sensazione di uno spazio sospeso: giornate più lunghe, ritmi che rallentano, abiti che diventano più leggeri. È anche il mese delle valigie: piccole, grandi, a mano o da stiva, sempre troppo piene o troppo vuote.
Fare la valigia, infatti, è uno degli esercizi più rivelatori di cosa significhi “la giusta misura”. Ci chiediamo: “Cosa mi servirà davvero?” E dietro questa domanda se ne nasconde un’altra: “Chi sarò in quel luogo, in quel tempo, in quella situazione?”
Perché la verità è che in base a quello che indossiamo, e a quello che portiamo con noi, diventiamo persone un po’ diverse. In vacanza spesso ci concediamo versioni più leggere di noi stessi: più informali, più spontanee, meno regolate.
Da un punto di vista psicologico, la giusta misura non è mai una regola fissa: è un equilibrio mobile tra identità e contesto. È la capacità di percepire quali parti di noi hanno bisogno di spazio in un dato momento e quali, invece, possiamo lasciare da parte.
Il guardaroba, così come la valigia, diventa un laboratorio di consapevolezza. Non è solo un contenitore di abiti ma un luogo che ci aiuta a misurare chi siamo oggi. Troppo pieno diventa caotico, troppo vuoto non ci rappresenta. Serve una misura personale, che non coincide con lo standard ma con la possibilità di riconoscerci.
Ecco perché settembre, con il rito del cambio di stagione, sarà il momento ideale per portare questa riflessione dentro l’armadio.
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