Nella scelta dei tuoi abbinamenti quale atteggiamento prevale?:
Ma la riflessione che volevo portare qui oggi riguarda il quanto ci permettiamo o meno di indossare qualcosa che pensiamo non essere affatto donante per la nostra fisicità e allo stesso tempo ci piace come stile.
Ho usato il termine "affatto donante" non a caso perché è proprio in questi casi che diventiamo più severi e giudicanti non dandoci la possibilità di sperimentare.
Ad esempio nel mio caso, per la mia fisicità ritengo maggiormente donanti i pantaloni meglio se un po' a zampa rispetto a vestiti o gonne, che per me rientrano nell'"affatto donanti" e tuttavia mi piacciono molto come stile, penso ad esempio ad un vestito corto con uno stivaletto o con anfibio soprattutto in questo periodo in cui ancora si può stare senza calze e con un po' di abbronzatura.
Allora come uscire da questo impasse?
Conosco due metodi: uno da dentro a fuori e l'altro da fuori a dentro.
Il primo prevede l'esplorazione di uno standard, che in questo caso è quello "dell'essere donante", vale a dire: quando e come una cosa ritengo che sia donante su di me? Cosa ritengo lo sia e cosa no, quando e cosa ritengo donante su altri, etc. etc.
Per uscire dalla logica dell'esigenza, che si accontenta a mala pena della perfezione, ed entrare nella logica dell'eccellenza che permette di vedere il meglio che possiamo fare con le risorse a disposizione, contemplando così la possibilità di un cambio di paradigma da una logica "O/O", verso una logica "E/E, vale a dire passare da un modo di vedere le cose da "metto o quello che mi piace o quello che mi dona" a "metto quello che mi piace e mi dona"
Il secondo metodo da fuori a dentro prevede di sperimentare qualche accorgimento "estetico" per trovare quella misura che fuori dall'esigenza di trovare il meglio in assoluto (se non avessi le gambe storte, se non avessi le gambe muscolose, etc. etc.) ci consente di vedere quello che può funzionare al meglio in base alle caratteristiche personali.
Ed ecco che nel mio caso, i pantaloni a zampa (Figura 1) secondo me hanno un effetto più armonioso per la mia figura, mentre il vestito con lo stivaletto (Figura 2) la accorcia, usando l'accorgimento di verticalizzare con un po' di continuità di colore, dato dalla calza (Figura 3), l'effetto secondo me migliora e mentre nella Figura 2 non mi sentirei a mio agio, l'accorgimento adottato nella 3 è il mio spazio di possibilità.
Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4
- metto quello che so essere donante per la mia fisicità: il driver è la silhouette
- metto quello che mi piace (indipendentemente dal mio fisico): il driver è il gusto personale
- metto quello che mi fa sentire comoda: il driver è il comfort
- metto quello che è collaudato: il driver è la zona di comfort
Ma la riflessione che volevo portare qui oggi riguarda il quanto ci permettiamo o meno di indossare qualcosa che pensiamo non essere affatto donante per la nostra fisicità e allo stesso tempo ci piace come stile.
Ho usato il termine "affatto donante" non a caso perché è proprio in questi casi che diventiamo più severi e giudicanti non dandoci la possibilità di sperimentare.
Ad esempio nel mio caso, per la mia fisicità ritengo maggiormente donanti i pantaloni meglio se un po' a zampa rispetto a vestiti o gonne, che per me rientrano nell'"affatto donanti" e tuttavia mi piacciono molto come stile, penso ad esempio ad un vestito corto con uno stivaletto o con anfibio soprattutto in questo periodo in cui ancora si può stare senza calze e con un po' di abbronzatura.
Allora come uscire da questo impasse?
Conosco due metodi: uno da dentro a fuori e l'altro da fuori a dentro.
Il primo prevede l'esplorazione di uno standard, che in questo caso è quello "dell'essere donante", vale a dire: quando e come una cosa ritengo che sia donante su di me? Cosa ritengo lo sia e cosa no, quando e cosa ritengo donante su altri, etc. etc.
Per uscire dalla logica dell'esigenza, che si accontenta a mala pena della perfezione, ed entrare nella logica dell'eccellenza che permette di vedere il meglio che possiamo fare con le risorse a disposizione, contemplando così la possibilità di un cambio di paradigma da una logica "O/O", verso una logica "E/E, vale a dire passare da un modo di vedere le cose da "metto o quello che mi piace o quello che mi dona" a "metto quello che mi piace e mi dona"
Il secondo metodo da fuori a dentro prevede di sperimentare qualche accorgimento "estetico" per trovare quella misura che fuori dall'esigenza di trovare il meglio in assoluto (se non avessi le gambe storte, se non avessi le gambe muscolose, etc. etc.) ci consente di vedere quello che può funzionare al meglio in base alle caratteristiche personali.
Ed ecco che nel mio caso, i pantaloni a zampa (Figura 1) secondo me hanno un effetto più armonioso per la mia figura, mentre il vestito con lo stivaletto (Figura 2) la accorcia, usando l'accorgimento di verticalizzare con un po' di continuità di colore, dato dalla calza (Figura 3), l'effetto secondo me migliora e mentre nella Figura 2 non mi sentirei a mio agio, l'accorgimento adottato nella 3 è il mio spazio di possibilità.
Figura 1 Figura 2 Figura 3 Figura 4
Uno dei due modi è migliore dell'altro? Per me è no, entrambe i modi li trovo efficaci e possono essere complementari.
Il punto di ingresso per lavorare su di sé per me può essere dal dentro, dal fuori o insieme, dipende dal momento, dalla situazione, dalla persona e ancora per la stessa persona dal momento in cui si trova.
In ogni caso quello che torna utile per poter cambiare è:
- silenziare il giudizio
- aumentare la consapevolezza su cosa piace in generale e cosa piace addosso a sé
- provare piccole strategie per valorizzarsi
Qui lo facciamo con Dai Forma e Colore al tuo Stile, trovi tutto qui!
Il punto di ingresso per lavorare su di sé per me può essere dal dentro, dal fuori o insieme, dipende dal momento, dalla situazione, dalla persona e ancora per la stessa persona dal momento in cui si trova.
In ogni caso quello che torna utile per poter cambiare è:
- silenziare il giudizio
- aumentare la consapevolezza su cosa piace in generale e cosa piace addosso a sé
- provare piccole strategie per valorizzarsi
Qui lo facciamo con Dai Forma e Colore al tuo Stile, trovi tutto qui!