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Oltre le consolidate abitudini

8/12/2020

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Foto
Questi orecchini (figure a fondo post), quando li ho acquistati erano accoppiati a due a due: i due piccoli, i due medi e i due grandi.
Direi un modo logico, pratico, ragionevole e usuale di metterli insieme, come più o meno siamo abituati a fare quando inquadriamo i fenomeni, lo facciamo secondo consuetudini, regole, schemi logici e collaudati.
Il modo di "inquadrare" ci porta a comportarci in un modo piuttosto che in un altro, nella situazione degli orecchini a metterli, un paio alla volta a due, a due.
Se cambia l'inquadratura, si aprono nuove possibilità. Per esempio se li vedessi tutti separati o messi in scala potrei fare cose diverse e usarli in modo diverso, ad esempio tutti e tre inseme, raggruppati a due ma spaiati, singoli, etc.
Anche in fatto di immagine abbiamo l'abitudine di inquadrarci in un certo modo, appaiando opinioni e credenze su cosa sia adatto a noi e cosa non lo sia, il risultato è un certa cifra stilistica (classica, sportiva, casual, elegante, modesta, eclettica, etc.) che ci rappresenta.... anche quando non ci rappresenta!
Se pensi che la tua cifra stilistica non sia rappresentativa di chi sei o aspiri ad essere, qui di seguito ti propongo un esperimento per allenare il pensiero laterale:
  • Dai un aggettivo a quella che ritieni essere la tua cifra stilistica, come ho fatto di sopra.
  • Dai un aggettivo a quella che vorresti fosse la tua cifra stilistica, se coincidono non dovrai fare nulla, ottimo! Se sono differenti procedi oltre.
  • Gioca con i capi del tuo armadio mixa forme e colori in modo inusuale, indossali per almeno un'intera giornata e valuta l'effetto. Se non dovessi essere soddisfatta procedi oltre.
  • Individua una categoria sulla quale puntare: può trattarsi dei bijoux, delle calze, delle scarpe, dei maglioni, oppure delle gonne o dei pantaloni e inizia a provare abbinamenti allineati al tuo obiettivo, puoi farlo direttamente nei negozi, quando vai a provare indossa capi che ti piacciono, mettendoti nella condizione di provare solo l'elemento della categoria sulla quale stai lavorando, oppure puoi farlo virtualmente, come ti raccontavo qui ci sono molte app che te lo consentono.
  • Solo se c'è qualcosa che ti entusiasma e ti fa dire: "E' cosi che mi piaccio" acquistala, diversamente continua a sperimentare.

Trovare ciò che ci corrisponde e ci fa stare bene può richiedere tempo, raramente vale il buona la prima,  spesso c'è bisogno di esplorazione, ricerca e il viaggio può essere molto più arricchente della meta.
Se vuoi condividere il viaggio, lo possiamo fare insieme con il servizio Dai Forma & Colore al tuo Stile® che trovi qui.
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Guarda(che)roba!

13/11/2020

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Ti spiego meglio quello che ho accennato qui, l'obiettivo è di allenare la tua capacità di vedere nuove possibilità di abbinamento per i tuoi vestiti.
Foto
Step 1
fotografa i
​tuoi capi

Foto
Step 2
​cerca
un app
mobile per realizzare
abbinamentiMettendo
la frase
​"closet organizer" ne troverai molte!

Foto
Step 3 
Carica le foto
e inizia a 
creare!


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Quando più è meno

28/10/2020

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Foto
Questa immagine è tratta dalla Ted Talk " From clothing to character" della costumista Kristin Burke, in un passaggio spiega come costruisce il carattere del personaggio, attraverso i colori, ma questi non bastano, spiega bene come la vestibilità di uno stessa giacca, sempre grigia, concorra a formare l'immagine da vincente a perdente: due taglie un cambiamento sottile ma sostanziale.
Attenzione allora alla lunghezza di maniche e orli dei pantaloni, a volte non sono solo dettagli!

Ne ho parlato anche qui, e la Ted Talk la trovi qui
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Intenzioni e Interpretazioni

6/10/2020

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Immagina di doverti presentare ad un colloquio, o in una occasione che richieda una discreta formalità: una riunione di lavoro, un incontro con un nuovo cliente, una situazione insomma nella quale non conosci il tuo interlocutore.
Come ti vestiresti? Ti presenteresti al 100% te o faresti qualche compromesso?
Ritengo che essere 100% sé non sia una buona idea in queste circostanze perché la nostra immagine crea delle aspettative ed è soggetta ad interpretazione e per questo ci può essere un delta più o meno marcato tra le interpretazioni che gli altri formulano e chi siamo.
Quello che possiamo fare è mettere a fuoco le nostre intenzioni comunicative e vestirle.
Ho fatto allora un esperimento che ho successivamente presentato in una situazione in cui parlavo del colloquio di lavoro.
Come prima cosa nell'esperimento ho messo in chiaro il contesto: aula sul colloquio di lavoro.
Successivamente ho definito le mie intenzioni comunicative: creare un look casual e friendly che comunque non stonasse con il contesto lavorativo, che non fosse troppo vistoso e non distraesse per lasciar spazio ai contenuti.
Poi ho scelto e indossato 3 diversi outfit, cambiando solo la parte di sopra, quella che di solito è maggiormente in vista quando si parla in una situazione d'aula e ho mandato le foto ad un gruppo di una decina di donne dai 30 ai 70 anni chiedendo loro cosa arrivasse dai 3 look delle foto di sotto, descrivendolo con una parola/aggettivo in questo modo potevo poi misurare il gap tra le mie intenzioni comunicative e le interpretazioni di alcuni osservatori.
Ed ecco cosa stava nelle mie intenzioni:
Look 1 - quello che dal mio punto di vista vestiva al meglio le mie intenzioni poiché aveva un taglio classico ma non troppo (senza giacca o camicia) risultando così più casual e friendly, lo reputo un look che riduce le distanze (colori chiari) e che non è protagonista ma ha comunque un dettaglio originale (semplice con un solo accessorio estroso).
Look 2, la blusa è stata sostituita da una camicia chiara, infilata nei pantaloni, con una cintura che richiamava la fibbia delle scarpe, con un bijoux piccolo ed essenziale. L'intenzione era di dare maggior enfasi ad una professionalità operativa (la camicia chiara con maniche rimboccate) e di creare un'immagine più grintosa del look precedente (le punte del colletto, accessori minimal, camicia dentro i pantaloni). L'effetto generale risulta più energico e grintoso della situazione precedente. Più adatto secondo me a situazioni nelle quali c'è bisogno di richiamare l'attenzione, sentire e mostrare la propria grinta per essere operativi e raggiungere un risultato e finalizzare.
Look 3, i colori chiari hanno lasciato posto a quelli scuri, viene inserita una giacca con una maglia stretta, l'intenzione è stata di aumentare la formalità, a differenza della situazione precedente dove si vuole mostrare un'operatività in prima persona qui c'è maggior distanza, (utilizzo della giacca e di un colore scuro), il tutto crea uno standing più formale, più adatto, secondo me, se si ha la necessità di marcare il ruolo.

Di seguito le interpretazioni delle intervistate, i pallini indicano la maggior frequenza delle risposte,
Dunque informale nel primo look, professionale nel secondo look e il terzo si presta a interpretazioni più diversificate ma comunque tutte aventi significati di grinta, sicurezza, fermezza.
Mi sembra quindi che il senso generale sia arrivato, il mio consiglio è per una situazione come questa di chiarirti rispetto a cosa vuoi comunicare e cercare poi forme e colori adatti allo scopo, se ci sono più opzioni fai come ho fatto io: vestiti, scatta una foto e chiedi un parere a 3 o 4 persone di cui ti fidi e poi decidi.



Foto
Look 1
Foto
Look 2
Foto
Look 3
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Rappresentazioni e Stili

4/10/2020

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Metti un capo di abbigliamento, una camicia abbottonata fino al collo per esempio e poi immagina come potrebbe essere portata da persone con gusti e personalità diverse.
Ho sperimentato questa situazione pensando a come l'avrebbero interpretata le Stagioni Interne ed ecco il risultato.

L’Estate (sfumatura classica) vedrebbe un abbinamento con pantalone classico ed elegante e accessori classici e di lusso. 
La Primavera (sfumatura femminile/sensuale) con accessori femminili...l’abbottonatura sarebbe senz'altro una forzatura!
L'Autunno (sfumatura pratica) cercherebbe di rendere il tutto il più comodo possibile.
L’inverno (sfumatura originale) creerebbe un effetto a strati con dettagli insoliti (le frange, la borsa e le scarpe).

Stesso stimolo, rappresentazioni e risultati molto diversi!
Estate
Primavera
Autunno
Inverno
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Contesto

2/10/2020

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Hai mai pensato quanti aspetti di te custodisce il tuo armadio?
Aprendolo cosa vedi? Abiti uguali tra loro o molto diversi?
Le occasioni d'uso e i contesti in cui ti muovi fanno la loro parte, poi conta il tuo gusto personale, il tuo stile, il tuo atteggiamento verso l'abbigliamento.
Fino a qualche anno fa che mi muovevo prevalentemente in ambienti formali il mio era più omologato, sia nei colori sia nelle forme.
Oggi che almeno metà del tempo lavorativo lo trascorro in negozio e più vario e libero.
E questo mi ha fatto riflettere su quanto a seconda del contesto e degli abiti che indossiamo ogni giorni, questi ci definiscano e quanto ci permettano di essere 100% noi stessi.
La mia opinione è che un compromesso sia necessario, e che sia bello ricercare quell'equilibrio che consente di rispettare la nostra spontaneità, gli altri e il senso di quello che facciamo.
Per esempio oggi alcune ragazze festeggeranno in negozio un addio al nubilato, se mi fossi espressa al 100%, avrei optato per il look 1, per entrare in sintonia con l'atmosfera festosa e con un clima accogliente ho scelto il 2.
Meno a volte è più...
Look 1
Look 2
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PERCEZIONE - FORME E COLORI

1/10/2020

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Forme e colori sono ottimi alleati per costruire un percorso visivo sulla nostra immagine e per creare punti di attenzione o vie di fuga.
Il contrasto di colori posti in verticale consente ad esempio di creare un effetto snellente: il colore scuro posizionato all'esterno, rispetto a quello chiaro inserito all'interno, crea una sagoma che snellisce la silhouette.
(Figura 1), se poi l'intenzione è quella di far correre l'occhio su tutta la figura creando un effetto di verticalità si potrà inserire una collana lunga (Figura 2), se invece l'idea è quella catturare lo sguardo su una zona in particolare, ad esempio il viso creando lì un focal point, si potrà utilizzare sempre una collana ma questa volta corta (Figura 3)..
Nel principio delle 3R del metodo Dai Forma e Colore al tuo Stile ® la 1R di "Rivelarsi" è incentrata proprio sull'uso di Forme e Colori a questo scopo.
Figura 1
Figura 2
Figura 3
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rEGOLA ICI

26/8/2020

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Una comunicazione efficace è infatti quella che segue la regola “ICI” allineando intenzioni e interpretazioni e identità e immagini, per vedere verificarla ho realizzato 4 outfit, mi piaceva l'idea di mantenere un capo "forte" per il suo significato ben connotato dato dal genere e dal colore, ho scelto così un pantalone rosso.
Il pantalone è un capo che come categoria di indumento associo alla Stagione Interna Estate, si diffuse infatti per esigenze lavorative e l’Estate è la Stagione maggiormente collegata al mondo business, il modello è casual ma ha una certa formalità (data dalla piega centrale e dallo styling) infine il colore rosso è simbolo di forza, energia e competitività e per queste sue caratteristiche appartiene alla Stagione Interna Estate. Il rosso è anche collegato alla femminilità e alla seduzione e per questo è contenuto anche nella Stagione Interna Primavera.
Nei diversi abbinamenti l’ho associato ad una t-shirt bianca, basica ed essenziale  ad un top aderente blu, ad una blusa con taglio morbido nera e ad una blusa rosa con fantasia floreale.
I bijoux erano prevalentemente di plastica colorata di varie fogge e uno era in acciaio.
Ad una quindicina di donne di età tra i 30 ed i 70 anni ho mandato le foto dei 4 abbinamenti via wapp chiedendo di descrivere in una parola l’outfit.
Di seguito le Intenzioni comunicative relative ai 4 look:
Look 1 - le intenzioni sono racchiuse in alcune parole della Stagione Interna Estate che rappresenta: forza, sicurezza, dinamicità, determinazione, energia, focalizzazione sugli obiettivi, indipendenza, competizione, coraggio, l’azione, il fare, il successo, l’ambizione, andare dritti al punto.
Look 2 - le intenzioni sono racchiuse in alcune parole della Stagione Interna Primavera che rappresenta: estroversione, socialità, carisma, entusiasmo, ottimismo, divertimento, spensieratezza, sensualità, malizia, istintività, ideatività, creatività.
Look 3 - le intenzioni sono racchiuse in alcune parole della Stagione Interna Inverno che rappresenta: razionalità, riflessività, analisi, formalità, distacco, perfezionismo, originalità di pensiero, immaginazione, introspezione, saggezza.

Look 4 - le intenzioni sono racchiuse in alcune parole della Stagione Interna Autunno che rappresenta: sensibilità, romanticismo, calma, tranquillità, concretezza, equilibrio, stabilità, affidabilità, riservatezza, diplomazia, premura, lealtà, altruismo.
Look 1
Look 2
Look 3
Look 4
Di seguito le Interpretazioni che sono arrivate
Dunque possiamo concludere che le Stagioni a livello generale sono arrivate e lo hanno fatto con sfumature differenti generando quindi effetti lievemente diversi nei diversi soggetti coinvolti quindi la conoscenza di un modello di riferimento può tornare utile per gestire le interazioni con l’ambiente ma dal mio punto di vista è ancora più utile per coltivare un dialogo interno che, secondo i principi dell’enclothed cognition, concorre a sostenere il comportamento in un senso piuttosto che un altro.
Allora ogni giorno possiamo usare l’abbigliamento per lavorare su di noi, su quelle caratteristiche che vogliamo modificare, mettendo a fuoco chi vogliamo essere e iniziando a vestirci di conseguenza.
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La scarpa come confine tra pubblico e privato

1/5/2020

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Quello che mi colpisce è che anche quando ci vestiamo di tutto punto, c’è un confine che pochi varcano: la scarpa!
In pubblico, in generale, facciamo fatica a togliercele e a casa, parlo sempre in generale, facciamo fatica a metterle.
Spinta dalla curiosità mi sono confrontata con amici e colleghi e ho posto questa domanda a una quindicina di persone chiedendo: “durante i collegamenti web che fai in questi giorni quando ti vesti in modo più formale hai le scarpe o le ciabatte”? Le risposte arrivavano una dopo l’altra: ciabatte, ciabatte, ciabatte….
Come è presumibile che sia la risposta è stata: beh nessuno vede se ho le scarpe o le ciabatte…. certamente lo comprendo e poi è una questione di igiene hanno detto in molti, comprendo anche questo.
In questi giorni anche io lavoro parecchio via web ma il contesto è informale, non ho la necessità di mettere la “giacca”, una blusa, un pullover, un paio di jeans vanno benissimo e il fatto di stare scalza non mi crea problemi, mentre devo dire che se indosso le mie pantofolone morbide verdi, noto che quando sono connessa e abbasso gli occhi mi viene da ritrarre i piedi, quasi a nasconderli, lo so non le vede nessuno ma il mio cervello reagisce.
Ho allora fatto una piccolo esperimento tenendo per  un’intera giornata le scarpe, una specie di mocassino comodo, la sensazione principale è stata di stranezza a muovermi in casa con le scarpe, forse un po’ per l’igiene, un po’ il sentire il piede chiuso, nella pausa pranzo mi sono sorpresa a mettermi le ciabattone verdi  e quando abbassavo gli occhi  ed ero collegata e indossavo i mocassini non ritraevo i piedi, arrivata a fine giornata mi sono tolta le scarpe e la sensazione è stata come se davvero avessi finito di lavorare, di essere in un altro spazio.
In definitiva usare le scarpe mi ha permesso di “rientrare” a casa dopo una giornata di lavoro.
Questi fenomeni vanno sotto il nome di embodied cognition (cognizione incarnata - ne ho parlato anche qui) che ci spiega come il corpo pensi, tragga delle conclusioni, ci faccia agire e ci condizioni.
​Nel fatto di non mettere le scarpe in casa oltre ai fattori igienici che fanno la loro parte, vince secondo me la coerenza nell’algebra cognitiva che vede la casa come il privato, come il luogo di espressione di sé, di libertà, relax e comfort, che ci fa dire: ok posso arrivare fino ad un certo punto ma questo è troppo e non serve.

L’esperimento mi ha fatto capire che forse invece a qualcosa serve, ad esempio a creare una coerenza diversa, dando più spessore alla sfera lavorativa, a creare un confine tra dentro e fuori che diversamente, in questi giorni che siamo sempre dentro a lavorare, è precluso, a creare dei break intermedi godendone di più (l’esempio della pausa pranzo).
In definitiva c’è qualcosa di giusto o sbagliato in tutto questo, naturalmente no, ci sono diverse modalità di funzionamento che hanno priorità diverse e come sempre secondo me l’importante è conoscere le proprie di momento in momento.
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