Quella che segue è la cronaca di una giornata #noninpalette, che mi ha fatto riflettere sulla distinzione coloràti/colòrati.
Vale a dire la dimensione dello stato del colore sulle cose (coloràti) e la dimensione intenzionale del mettere il colore su di noi e nelle cose (colòrati).
Ma andiamo per gradi, l’altro giorno ho messo capi coloràti di colori caldi che riconosco non starmi bene, anche se probabilmente ad un livello più sottile ed energetico ne avevo bisogno.
Durante la giornata passando davanti agli specchi del negozio constatavo come mi sbattessero, non c’è che dire i colori armonici con il nostro mix cromatico a livello estetico fanno il loro lavoro …. Indossavo un gilet marrone e giallo (per quanto non fosse un giallo così caldo) e tutto il resto, che per una presunta coerenza estetica (o più probabilmente interna), avevo messo marrone non funzionava. Inoltre il bordino della maglia era decisamente alto e peggiorava la situazione.
Quei capi erano lì nel mio armadio, e prima in esposizione in qualche negozio, che ne possono sapere loro di come saranno abbinati, utilizzati, indossati, se ne stanno lì coloràti come sono, a seconda di come sono stati concepiti, sta poi ai loro possessori fare il resto per colorarsi al meglio.
Ma tornando a quel giorno, ho pensato che quel mix non l’avrei replicato e che anzi avrei potuto: sostituire qualche colore caldo con qualcun altro freddo, per esempio la blusa marrone con una viola, idem le calze e che avrei potuto abbassare il bordino del gilet cucendolo con un impuntura di un giallo freddo. Il risultato mi è piaciuto di più.
Di qui è partito il pensiero e l’analogia con le giornate non in palette dal punto di vista dell’umore, quando non sto bene perché non mi sono piaciuta nei comportamenti: sul piano dell’assertività, della comunicazione, delle aspettative, delle richieste non fatte, o di credenze che mi hanno limitato nelle azioni.
Ed ho pensato che esattamente come per i colori non in palette, che possono essere sostituiti o comunque modulati, anche per i comportamenti ci sono azioni di recupero che possono essere fatte.
Anche i comportamenti e gli umori infatti possono essere coloràti così come vengono, quando sono reazioni o automatismi che partono e sta a me ricolorarli con intenzionalità e consapevolezza.
Allora seguendo l’analogia di sopra:
E se anche a te capitano giornate non in palette considera che:
- sono limitate nella durata: quei colori li indossi al massimo quanto? 8..10 ore e poi puoi toglierteli e ripartire il giorno dopo colorandoti con un nuovo abbinamento
- in corso d’opera puoi fare dei micro aggiustamenti: cambiare qualcosa che migliori la situazione
- avendo un po’ di tempo in più a tua disposizione, puoi fare cambiamenti più strutturati: un piccolo restyling che ti consente di tenere quello che hai usandolo in modo diverso.
Per fortuna nulla è definitivo, tutto in evoluzione, anche nella definizione dello stile (dentro&fuori)…. sperimentare per credere!
Vale a dire la dimensione dello stato del colore sulle cose (coloràti) e la dimensione intenzionale del mettere il colore su di noi e nelle cose (colòrati).
Ma andiamo per gradi, l’altro giorno ho messo capi coloràti di colori caldi che riconosco non starmi bene, anche se probabilmente ad un livello più sottile ed energetico ne avevo bisogno.
Durante la giornata passando davanti agli specchi del negozio constatavo come mi sbattessero, non c’è che dire i colori armonici con il nostro mix cromatico a livello estetico fanno il loro lavoro …. Indossavo un gilet marrone e giallo (per quanto non fosse un giallo così caldo) e tutto il resto, che per una presunta coerenza estetica (o più probabilmente interna), avevo messo marrone non funzionava. Inoltre il bordino della maglia era decisamente alto e peggiorava la situazione.
Quei capi erano lì nel mio armadio, e prima in esposizione in qualche negozio, che ne possono sapere loro di come saranno abbinati, utilizzati, indossati, se ne stanno lì coloràti come sono, a seconda di come sono stati concepiti, sta poi ai loro possessori fare il resto per colorarsi al meglio.
Ma tornando a quel giorno, ho pensato che quel mix non l’avrei replicato e che anzi avrei potuto: sostituire qualche colore caldo con qualcun altro freddo, per esempio la blusa marrone con una viola, idem le calze e che avrei potuto abbassare il bordino del gilet cucendolo con un impuntura di un giallo freddo. Il risultato mi è piaciuto di più.
Di qui è partito il pensiero e l’analogia con le giornate non in palette dal punto di vista dell’umore, quando non sto bene perché non mi sono piaciuta nei comportamenti: sul piano dell’assertività, della comunicazione, delle aspettative, delle richieste non fatte, o di credenze che mi hanno limitato nelle azioni.
Ed ho pensato che esattamente come per i colori non in palette, che possono essere sostituiti o comunque modulati, anche per i comportamenti ci sono azioni di recupero che possono essere fatte.
Anche i comportamenti e gli umori infatti possono essere coloràti così come vengono, quando sono reazioni o automatismi che partono e sta a me ricolorarli con intenzionalità e consapevolezza.
Allora seguendo l’analogia di sopra:
- abbassare il bordino corrispondere ad abbassare i volumi, può trattarsi di uno standard troppo elevato oppure del livello di aspettative o del tono della comunicazione;
- cambiare la tinta corrisponde a trovare la sfumatura giusta raffreddando o scaldando un atteggiamento a seconda dei casi;
- l’impuntura mi fa pensare che a volte le cose per funzionare devono essere cucite nella misura giusta, e che per farlo devono essere smontate e rimontate, messe in discussione e viste poi in modo diverso.
E se anche a te capitano giornate non in palette considera che:
- sono limitate nella durata: quei colori li indossi al massimo quanto? 8..10 ore e poi puoi toglierteli e ripartire il giorno dopo colorandoti con un nuovo abbinamento
- in corso d’opera puoi fare dei micro aggiustamenti: cambiare qualcosa che migliori la situazione
- avendo un po’ di tempo in più a tua disposizione, puoi fare cambiamenti più strutturati: un piccolo restyling che ti consente di tenere quello che hai usandolo in modo diverso.
Per fortuna nulla è definitivo, tutto in evoluzione, anche nella definizione dello stile (dentro&fuori)…. sperimentare per credere!