Perché, a me sembra, che rispetto a questa parola la faccenda sembra essere che o c'è una capacità, un'attitudine indiscutibile, che tutti notano o nulla sembra valere e nulla sia mai abbastanza. E questo lo trovo un peccato.
Penso a quanto sarebbe rinforzante per un bambino sentirsi dire quanto sia bravo e talentuoso nel fare qualcosa, invece purtroppo è più frequente sottolineare cosa gli manchi.
Così facendo trascuriamo gli effetti sulla sua autostima, sono, infatti, gli sguardi e le piccole conversazioni quotidiane in cui si rispecchia che vanno a formare il suo Sé e la cosa bizzarra è che in generale siamo fatti in modo da confermare le interpretazioni e le aspettative che ci arrivano dall'esterno specie se si tratta di figure giudicate o sentite come importanti.
E quando poi da adulti ci sentiamo disorientati e poco centrati rispetto a chi siamo, a cosa sappiamo fare bene, a cosa ci piace più che andare a cercare risposte sull'origine delle nostre inquietudini o mancanze diventano, secondo me, utili delle domande. Come diceva Jodorowsky in un suo libro: "La risposta è la domanda".
Ed eccole qui le buone domande per esplorarci nelle nostre risorse: in cosa sono davvero brava/o?
Cosa mi riesce bene in diversi ambiti?
Cosa mi viene detto in maniera frequente?
Ti faccio un esempio parlandoti di me, io penso che un mio talento sia quello di selezionare e scegliere elementi essenziali, semplici e parchi, toglierci o aggiungerci qualcosa e dargli uno stile personale e originale.
Mi accorgo che lo faccio con gli oggetti e con le idee: vedo qualcosa che non è tanto in vista o la leggo o la ascolto, faccio una mia rielaborazione e rimetto in circolo. Ad esempio nella gestione di PersonAtelier, noto che mi riesce bene selezionare dei prodotti poco in vista, idem nel mio lavoro di formatrice, mi colpiscono dei dettagli di modelli e letture dai quali traggo ispirazione, che poi decontestualizzo e rielaboro.
Le mie parole chiave sono: scorgere, notare, vedere, selezionare, scegliere, rielaborare, proporre, personalizzare.
La frase che mi viene più spesso rimandata è: e questo dove lo hai trovato?
Avere queste consapevolezze su di sé e tradurle in parole chiave, così come porre attenzione a cosa gli altri notano di noi ci può tornare utile in diverse occasioni, è ad esempio il primo passo per orientarci in una scelta formativa o lavorativa, in un colloquio di lavoro possono diventare le risposte alla fatidica domanda sui punti di forza, e poi tornano utili per ricentrarci quando ci sentiamo giù e ci perdiamo di vista.
Con l'allenamento le risorse si moltiplicheranno e vedremo sempre più chiaramente anche quelle degli altri aiutandoci reciprocamente a diventare più consapevoli.
Dunque ora giro a te le domande: quali sono le tue risorse? Cosa fai davvero bene e lo riscontri in diversi ambiti? Quali sono le tue parole chiave? Cosa ti viene detto più frequentemente?
Buona ricerca!