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Allena il tuo BIL (Benessere Interno Lordo) - parte I

20/11/2019

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Foto
l BIL è un indicatore che serve a misurare la qualità di vita dell’uomo, qui l’ho rivisito un po’ rendendolo molto introspettivo perchè lo ritengo alla base della possibilità di apprezzarci, stimarci, piacerci e vivere una vita piena e ricca.
Secondo la prospettiva dell’ontologia del linguaggio siamo esseri linguistici che ci raccontiamo la realtà e così facendo costruiamo il nostro mondo, così la qualità dei nostri risultati e della nostra vita dipende da come ce la raccontiamo!
E prima della parola viene il pensiero, dunque pensiero e linguaggio sono gli ingredienti alla base del nostro benessere o malessere.
Ogni giorno ne formuliamo tra i 60.000 e gli 80.000 che rappresentano il nostro dialogo interno. Da pensieri positivi derivano stati emotivi positivi e da pensieri negativi, stati emotivi negativi.
Se è vero che i pensieri arrivano è vero anche che il pensiero non è un fenomeno da subire quanto un atto da compiere. Ok ma come ti starai chiedendo?
Vale la metafora dell’interruttore e del fatto che nella nostra mente non può starci più di un pensiero per volta, e possiamo cambiare la tonalità del nostro pensiero con un clic (come si fa con l’interruttore della luce) utilizzando la comunicazione, ad esempio dandoci una scossa o facendoci delle domande.
Spesso si pensa che per avere una vita più piena e più ricca occorra cambiare vita mentre si può partire dallo stile di pensiero prevalente che si ha sulla nostra vita.
Vediamo da vicino cosa ci impedisce di mantenere “positivi” i nostri pensieri e come cambiare registro.
Qui ti presento il primi 2 sabotatori con degli spunti per cambiare registro di pensiero.
I successivi nel prossimo post.
 
Il primo elemento critico rispetto alla qualità/stile dei nostri pensieri è quello di scambiarli per dei fatti ad esempio se mi dico: mi piacerebbe diventare istruttrice di pilates, ma non ho la disciplina necessaria sto formulando una opinione che mi sabota.
Come cambiare registro?
Delle buone domande ci aiutano a rivedere questa serie di pensieri: cosa mi fa dire che non ho la disciplina necessaria? Ci sono situazioni nelle quali la ho avuta? Quindi il primo punto da tenere a mente è che: i pensieri sono opinioni e in quanto tali non sono né vere né false, quando li scambiamo per fatti possiamo rivederli e ampliare i nostri punti di vista.

Altro elemento che negativizza il pensiero è il ragionamento dal luogo del “dovrei/devo”:
A questa età dovrei avere un buono stipendio; dovrei avere una relazione stabile; dovrei chiedere un aumento; devo fare la dieta.
Questa forma di conversazione attiva la nostra parte passiva e vittimistica e apre lo spazio della lamentela, degli alibi.
Come cambiare registro?
Domandati se ci sono dei dovrei nella tua realtà, elencali e sostituisci la parola “dovere” con “volere”:
A questa età voglio un buono stipendio; Voglio avere una relazione stabile; Voglio chiedere un aumento; Voglio fare la dieta.
Riscrivendoli così, come ti suonano? Ti convincono? Se sì saranno delle dichiarazioni, se no cosa ti crucci a fare con il senso di colpa che è una cosa che non ti interessa?
 
Se ti va, fino al prossimo post lavora su questi primi due sabotatori e guarda come va.

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Good Looking una soft skill

5/11/2019

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Foto
Nel dialogo tra il concetto di identità e immagine si fa strada una nuova competenza, quella di porre attenzione alla cura della propria persona, sapendo esaltare le proprie qualità e comunicandole in modo efficace: il good looking.
Se l'identità ha a che fare con chi sono e perché faccio quello che faccio e l'immagine è come arrivo agli altri, è la competenza del good looking a garantire o meno l'allineamento tra queste due variabili.
Vale a dire che il good looking è la capacità di creare un'identità visiva nella mia immagine coerente con le competenze ed i valori della mia identità.

Con la nostra immagine creiamo delle aspettative sulla nostra identità e lo facciamo in un tempo brevissimo. In un battito di ciglia chi ci guarda emette un giudizio basandolo su una serie di elementi, in primis sulla nostra comunicazione non verbale, abbigliamento e atteggiamento, e su elementi della propria esperienza: quella somiglianza, quell'assonanza con, etc.

Come coltivare il good looking affinché faccia un buon servizio per la nostra identità?
Secondo me si tratta di una formae mentis che affonda le sue radici nella capacità di valutarsi e non giudicarsi, ti chiederai dove stia la differenza.
La distinzione secondo me sta nel fatto che quando ti giudichi ti stai misurando rispetto a qualcosa che è bello/brutto, giusto/sbagliato, troppo/poco e via dicendo. Quando ti valuti ti stai osservando contestualizzando e relativizzando quello che vedi, e questa chiarezza ti permette di agire in modo mirato.

Facciamo un piccolo esperimento, mettiti davanti allo specchio, osservati e annota le conversazioni che sono affiorate.
Cosa ti sei detta? Frasi del tipo: Mica male! Che bel sorriso. Mi stanno bene oggi i capelli.
Oppure frasi del tipo: Mamma che faccia! Che disastro. Non mi si può guardare.

Alcuni sono giudizi (mica male, mamma che faccia, che disastro, non mi si può guardare), altre assomigliano già a valutazioni (che bel sorriso, mi stanno bene oggi i capelli).
Vediamo come trasformare i giudizi in valutazioni e a che fine.
Prendiamo la frase “che disastro” e andiamo più in profondità, cosa me lo fa dire: la pettinatura, il trucco, l’abito, l'espressione?
A questo punto riformuliamo in modo più concreto, per esempio se il problema sono le occhiaie mi dirò: le occhiaie sotto gli occhi mi danno l’aria stanca.
Distinguere ci dà la possibilità di specificare quello che ci piace e quello che non ci piace di noi per cambiarlo.
Nel caso di sopra potrò usare del correttore o altri accorgimenti nel mio stile di vita per ridurre le occhiaie, si tratta di un inizio, cosa che non riesco a fare se mi vedo tutta come un disastro!
Inizia ad allenare la tua capacità di presentarti partendo dal modo di vederti e di descriverti aggiungendo ogni giorno una buona conversazione davanti allo specchio
A questo punto seri pronta per gli step successivi:
Metti a fuoco chi sei, le tue caratteristiche e i tuoi obiettivi
Declina il tutto in parole, forme e colori.
Individua i capi che ti rivelano, ti raccontano, ti sostengono in accordo con i contesti in cui ti muovi e il gioco è fatto!

E, se ti servisse un aiutino ne parliamo nel workshop e nella consulenza: dai forma&colore al tuo stile che trovi qui: Stile












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