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Abito: le sue virtù e le strategie

20/10/2021

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La  coerenza tra identità e immagine, vale a dire tra chi siamo e come appariamo, consente di stare bene con noi stessi e comunicarci  prima ancora di parlare.
L’abito ha delle virtù, io parlo del potere delle 3R, qui mi soffermerò su quello che definisco il suo primo potere, quello di “Rivelare”.
Primo perché è quello che arriva in un battito di ciglia, nel rapido istante di uno sguardo.
Rivelare vuol dire palesare, scoprire, svelare, mettere in luce le proprie risorse. Tecnicamente si parla di makeover per intendere una serie di attività orientate a migliorare l'aspetto di una persona e nelle quali il cambiamento è l’evidenza tangibile ed osservabile della trasformazione attraverso l’abbigliamento.
Ma cosa concretamente possiamo fare per rivelarci attraverso la nostra immagine.

Propongo due modalità, una riguarda il mindset, l’altra l’outfit.
Per il mindset utilizzo a titolo esemplificativo uno studio condotto qualche tempo fa da Dove, che coinvolse un gruppo di donne nella sperimentazione di un cerotto della bellezza (commento e video li trovi anche qui).
Le donne dovettero applicare un cerotto sul braccio, tenerlo due settimane e video registrare un diario giornaliero sui cambiamenti rispetto al modo di sentirsi e percepirsi.
Dai primi video diari sembrava non cambiare  molto ma mano a mano che passavano i giorni le registrazioni riportavano sensazioni di benessere, un livello di autostima aumentato e azioni  fuori dalla zona di comfort. Al termine delle due settimane era previsto un colloquio di follow-up, al quale tutte le donne si presentarono con un’immagine diversa più curata che rivelava tutta la loro bellezza.
Lo stupore fu grande quando scoprirono che nel cerotto non c’era nulla e che avevano fatto tutto da sole.
Di qui lo slogan Dove “beauty is a state of mind”.
L’esperimento è molto suggestivo ma per scendere nel pratico e generare questo cambiamento nell’immagine cosa possiamo fare?
Un modo è quello di avere cura delle parole che usiamo per descriverci, ne ho trattato qui, e costruire così conversazione dopo conversazione un mindset che genera effetti anche sull'immagine rivelandoci.
Possiamo anche seguire un’altra via ed utilizzare una strategia facendo il percorso inverso, da fuori a dentro, attraverso una consulenza di stile nella quale un professionista ci aiuta a scoprire colori e forme donanti  e a costruire un outfit che ci manifesti.
Nel primo caso il punto di partenza sono nuovi pensieri, che generano nuove conversazioni e nuove possibilità  per esprimersi con la propria immagine
Nel secondo caso, quello dell’outfit, il punto di partenza sono nuovi modi di esprimersi nell’immagine, che generano nuovi pensieri e così nuovi  modi di raccontarsi.
Strumenti diversi per raggiungere il medesimo obiettivo, qui  si fa così, a te la scelta!
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Stilistica-mente

15/1/2021

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Ci piacciamo (oppure no) e piacciamo (oppure no) in considerazione di giochi di specchi e proiezioni, per questo nel nostro stile comportamentale c'è uno stile naturale ed uno adattato e nella nostra cifra stilistica ci sono delle preferenze e poi c'è quello esibiamo.

Tra le più frequenti motivazioni nell'avvicinarsi ad una consulenza di stile riscontro la voglia di venir fuori, di (ri)prendere contatto con se stessi.
Succede a volte, per la dinamica di sopra, che a seguito degli adattamenti si faccia fatica a comprendere chi siamo diventati e quale stile ci rappresenti perché nel tempo si è magari agito sull'onda di come avremmo dovuto essere secondo i gusti (più o meno presunti) di altri, secondo gli imperativi della nostra parte più normativa, secondo le richieste più o meno esplicite e via dicendo.
E così questi pensieri sull'ideale, sul presunto, o semplicemente specifici di contesti che non ci rappresentano, nel processo di definizione della nostra identità e della nostra immagine ci modellano.
Che poi l'identità è il frutto delle nostre relazioni, è una "co-costruzione" definita da azioni che oscillano tra l'adesione e il rifiuto. In superficie mettiamo i comportamenti che ci sembrano più  adattivi, per qualcuno saranno più vicini all'area del volere, per qualcun'altro del dovere e in mezzo varie ed eventuali e poi questo stile comportamentale lo vestiamo e così eccola la nostra immagine: la forma esteriore di credenze, inclinazioni, ipotesi, mi piacerebbe, sarebbe opportuno, non è opportuno.... e in tutti i casi ci racconta e ci rappresenta e lo fa rispetto a ciò che è dominante per noi in un certo momento, può trattarsi di:
  • consapevolezze su ciò che ci dona e ci piace (so che mi sta bene il viola, mi piace e lo uso, mi piacciono le gonne e le indosso), 
  • opinioni limitanti (penso di avere fianchi larghi e li nascondo con forme ampie e abbondanti),
  •  ciò che sarebbe opportuno (alla mia età non è opportuno indossare abiti attillati e corti),
  • ciò che l'ambiente mi richiede (il contesto in cui mi muovo richiede formalità.... ma a me non piacciono gli abiti formali),
  • ciò che ritengo che gli altri si aspettino da me (al mio compagno non piaccio truccata... ma a me piace il rossetto)
  •  .... e via così

Ecco perché secondo me il nostro stile sempre esiste, non funziona il "non ho uno stile mio", certo che lo abbiamo e ci racconta molto di come stiamo e dove siamo, la faccenda interessante è far sì che racconti quello  che ci interessa, quello che ci piace, quello che ci fa un buon servizio, per trovare questo tipo di stile occorre:
  • conoscenza e consapevolezza estetica: occorrono informazioni su armonie, forme, proporzioni, offerta del mercato e consapevolezza su cosa ci sta bene, cosa ci valorizza, cosa ci piace; 
  • consapevolezza interiore: chi sono e come agisco;
  • osservazione di sé: uno sguardo non giudicante sulle nostre dinamiche, su quello che è ricorrente, quello che è dominante e l'effetto che produce;
  • azione: verso un obiettivo desiderato anche in fatto di immagine
​
Io lo faccio con il metodo che trovi qui, utilizzando il principio delle 3R:
  • 1R: rivelati conoscendo forme e colori che ti valorizzano (usiamo l'armocromia e le forme)
  • 2R: raccontati attraverso la conoscenza del tuo stile comportamentale (usiamo le Stagioni Interne)
  • 3R: rinforzati attraverso l'osservazione di come ti fanno stare i tuoi abiti (usiamo l'enclothed cognition) 

Se vuoi iniziare, puoi partire da queste domande:
  • La tua immagine cosa sta raccontando di te dei punti elencati nella prima parte del post?
  • Ti soddisfa?
  • Cosa ti manca: conoscenze estetiche? Consapevolezza estetica? Consapevolezza interiore? Osservazione? Azione?
  • Vuoi qualcosa di diverso? Se sì, descrivilo in modo dettagliato e seleziona dal tuo guardaroba quello  che secondo te gli dà forma e colore, qualche capo ci sarà di sicuro, se sono pochi trovane altri aiutati sfogliando i giornali, utilizza internet (siti di e-commerce) o se puoi visita i negozi per conoscere e maturare consapevolezza estetica e poi osservati per maturare consapevolezza estetica ed interiore.

Tentativi ed errori sono la via del cambiamento, buon divertimento!
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la metafora del Database per il tuo guardaroba

28/10/2020

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Guardando la Ted Talk " From clothing to character" della costumist mia Kristin Burke, mi sono resa conto di quanto articolato sia il suo lavoro nella costruzione dei personaggi. Nel video spiega come per realizzare i vestiti dei personaggi che le sono affidati sia fondamentale per lei fare una serie di domande al regista: Che tipo di persona è? Qual è la sua storia? Cosa motiva le sue scelte? E come debba approfondire le singole richieste, ad esempio quando gli viene chiesto di rendere un personaggio “sexy” pone ulteriori domande: Ok, sexy come? Ammiccante, Guerriera, Sensuale? Cosa è sexy per te? 
O quando gli viene chiesto di far indossare ad un personaggio un vestito rosso, chiede: Ok vestito rosso come se fosse un primo appuntamento? Per farla apparire come una sirena? O altro?
Questo le consente di creare il "costume", vale a dire il vestito + l'intenzione e spiega molto bene come a volte dettagli sottili, come la vestibilità di una giacca, creino effetti completamente antitetici, due taglie in più possono far apparire un personaggio come un perdente anziché un vincente.
Dopo di che è necessario un dialogo con gli attori per avere un feedback e verificare se quel costume fa sentire come da intenzioni, ade esempio chiedendo: Questa giacca ti dà senso di autorità?
 
Usando l'abbigliamento come strumento di racconto e rinforzo, noi siamo al tempo stesso costumisti e attori, usando questo approccio occorre che:
  • si abbia ben chiaro chi si è: quali sono le nostre caratteristiche, i nostri valori, le nostre esperienze, conoscenze, capacità, etc. 
  • si chiariscano le proprie intenzioni: nei diversi momenti e contesti, cosa vogliamo comunicare di noi
  • si definisca il "costume" che veicola i messaggi che vogliamo trasmettere in termini di forme e colori
  • si ascoltino le sensazioni che indossandolo proviamo in modo da comprendere se realizza l'intenzione che c'è alla base e se è quello che vogliamo.
Questo dialogo fatto di ascolto interiore, domande, e racconto attraverso simboli diventa, secondo me, un gioco divertente e serio allo stesso tempo e il guardaroba diventa un database dal quale selezionare le informazioni che vogliamo utilizzare.
La manutenzione e la pulizia del database alias guardaroba è il punto di partenza per avere buoni dati da gestire.
Ti propongo allora qualche spunto per il decluttering di stagione in considerazione del principio delle 3R:
  • 1R - Rivelare: analizza ogni capo e valuta se ti dona per la sua vestibilità (è della misura giusta, valorizza le tue forme, etc.) e per il colori (sono colori che ti donano o al contrario ti spengono).
  • 2R - Raccontare: osserva i diversi capi e valuta se sono allineati con chi sei, con il tuo stile, tenendo tutti quelli che raccontano aspetti diversi che ti riconosci (ad esempio la parte creativa, quella più classica, quella che ha bisogno di comodità, etc.). Spesso abbiamo nell'armadio vestiti che abbiamo acquistato per occasioni d'uso (il colloquio di lavoro, la riunione importante, la laurea, etc.) in realtà se usciamo da questo paradigma e ragioniamo sulle nostre caratteristiche, possiamo raggiungere lo stesso obiettivo ma in modo meno omologato. Ad esempio per quanto mi riguarda ero solita cercare dei "capi aziendali" che si traducevano per lo più nel classico completo giacca e pantalone, con un po' di tempo e analisi mi sono chiesta come si esprime la mia "parte aziendale" e di cosa ha bisogno per essere rappresentata, in questo modo le giacche strutturate appaiate ai pantaloni hanno lasciato il posto a giacche destrutturate, a gilet di vari materiali e a bluse, e i pantaloni classici a pantaloni di diverso taglio, vestiti e gonne.
  • 3R - Rinforzare: ascolta le sensazioni che provi indossando i vestiti, se corrispondono a quelle che avevi espresso nelle tue intenzioni, lasciati il tempo di almeno una giornata intera per fare le tue valutazioni, potresti avere uno spazio di vestiti in stand by da provare in diversi abbinamenti a volte non è il campo in sé  a non funzionare ma il contesto nel quale viene inserito.
Bene, ti auguro buone pulizie ;-) e se dovessi avere bisogno di un aiutino, tutto questo lo facciamo nel servizio Dai Forma e Colore al Tuo Stile ®

Qui il link della Ted Talk di  Kristin Burke, io l'ho trovata fantastica, buona visione! 

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L’OUTFIT CHE FA PER T(R)E

8/5/2019

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In questo post desidero spiegarti come, dal mio punto di vista, si possa ogni giorno costruire un outfit, vale a dire un insieme di abiti e accessori coordinati, che possa sostenerti nello stile e nell’autostima.
A questo scopo l’abbinamento che andrai a creare deve soddisfare quello che chiamo il principio delle 3R:
  • Rivelare: vuol dire che l’abbinamento che hai scelto deve esaltare i tuoi punti di forza a livello cromatico e a livello di proporzioni e forme.
  • Raccontare: significa che l’abbinamento dovrà parlare di te, delle tue intenzioni, del tuo stile, della tua personalità, creando coerenza tra la tua dimensione interiore e le tue intenzioni.
  • Rinforzare: infine l’abbinamento che avrai scelto dovrà esserti di supporto durante la giornata, infondendo nella tua mente e nel tuo corpo una sensazione di benessere ed energia di cui tu possa disporre semplicemente abbassando lo sguardo sui capi e gli accessori che lo compongono e farne il pieno in ogni momento in cui ne sentissi il bisogno.
Come soddisfare questo principio? Bene te ne parlerò di seguito punto per punto.
Quando parlo della prima R (rivelare) mi sto riferendo squisitamente all’aspetto estetico. Hai presente nel film “Come tu mi vuoi”  la trasformazione della protagonista impersonata da Cristina Capotondi?
Ebbene, un outfit azzeccato per i giusti colori e la scelta di forme adatte al tuo corpo può dare una svolta alla tua immagine. Per raggiungere questo risultato la consulenza stilistica si serve dell’armocromia per trovare i colori “amici” adatti al tuo sottotono di pelle e dell’analisi delle forme (body shape) per trovare i capi che le valorizzano.
Il mio consiglio è di passare in rassegna gli abiti del tuo guardaroba, magari con un’amica, così è più divertente, e tenere quelli che risultano donanti per colore e forma mettendo da parte quelli che non ti convincono.

​Con la seconda R (raccontare) mi riferisco alla comunicazione che arriva dai tuoi abiti attraverso i simboli che contiene.
I simboli sono ovunque! Sono elementi in grado di evocare, grazie ad un’associazione, un concetto diverso da quello che mostrano, per esempio il Sole è un simbolo maschile di energia e forza, quello della Luna è un simbolo femminile di intuizioni e ciclicità.
Che lo vogliamo o no, che ne siamo consapevoli o no i simboli agiscono su di noi e sugli altri. Per spiegare questo fenomeno Jung (psichiatra e psicoanalista svizzero) ha elaborato il concetto di inconscio collettivo descrivendolo come quella parte dell'inconscio umano che è comune a tutti gli altri esseri umani e contiene gli archetipi (vale a dire forme e simboli) che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture.
Dunque tornando al nostro Sole e alla nostra Luna, se decidi di indossarli come ciondoli nel tuo outfit daranno messaggi di te molto diversi: uno energico e attivo ed uno passivo e ricettivo, definendo così l’impressione che arriverà all’esterno.
Il nostro funzionamento è per lo più coerente e mediamente i simboli che scegliamo rappresentano la nostra interiorità.  Ma come esserne consapevoli e usarli intenzionalmente?
Beh qui ci vuole un po’ di studio, ma è anche importante stare in ascolto di noi stesse perché il nostro inconscio la sa lunga.
Dunque il consiglio che do a te per valutare la coerenza tra i simboli che indossi  (nelle stampe, nelle forme e nei colori degli abiti e degli accessori che scegli) e il tuo modo di essere e di fare è di metterti davanti allo specchio domandandoti se con gli abbinamenti che indossi ti senti pienamente tu oppure no, se hai voglia puoi coinvolgere qualche tua amica, conoscente, parente, e chiedere la loro opinione su una foto di un abbinamento che indossi, domandandogli: “se non mi conoscessi,  guardando questa  foto, le mie caratteristiche più interiori ti arriverebbero oppure no?”.
Se la risposta, sia tua, sia degli altri, è un sì il tuo dentro e il tuo fuori sono allineati, se è un no occorre comprendere cosa definisce il gap e come poterlo modificare.
 
Infine con la terza R (rinforzare) mi riferisco all’effetto che gli abiti hanno su di te, su come ti fanno sentire e agire.
Gli psicologi Hajo Adam e Adam Galinsky parlano di Enclothed Cognition per spiegare questo effetto qui trovi il loro articolo.
Il consiglio che do a te è di riconoscere come ti senti quando indossi certi outfit e prenderne nota per massimizzare e ripetere gli abbinamenti che ti fanno sentire bene e via, via ridurre ed eliminare quelli che ti tolgono energia, vitalità e buon umore.

Se questi temi ti interessano li puoi approfondire nel corso “Dai Forma e Colore al tuo Stile”, dove insieme possiamo trovare i tuoi colori amici grazie all’armocromia, le tue forme grazie a prove di abiti, e dove puoi allenarti a costruire abbinamenti che ti raccontano e che ti rinforzano grazie alla conoscenza del lessico dell’abbigliamento e delle stagioni interne che mi sono divertita a vestire ma di questo ti parlerò in seguito.

Intanto divertiti ad usare le 3 R nei tuoi abbinamenti!
 

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