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Enclothed Cognition & Armocromia nel confezionamento dei nostri abiti

23/2/2019

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Hai mai pensato a come ti fanno sentire gli abiti del tuo guardaroba?
Un esercizio che trovo molto utile è tenere per alcuni giorni, almeno una settimana, un diario nel quale annotare le sensazioni che provi indossando i tuoi abiti, mettendo nero su bianco: la tipologia degli abiti (in termini di tessuto, colore, foggia, tipologia di indumento), contesto di utilizzo, sensazione provata nell’arco della giornata, attribuendo anche un valore numerico (da un valore che indichi per niente a mio agio, fino a super agio) per fare poi una valutazione di sintesi alla fine della settimana e tirare delle prime conclusioni: cosa ti ha fatto sentire bene? Cosa ti ha dato efficacia, agio ed energia? Cosa te le ha tolte? Qual è il tuo approccio alla scelta degli abiti?
La finalità è quella di comprendere cosa tenere e cosa lasciare andare,  o quanto meno mettere temporaneamente in stand by, per massimizzare il tuo benessere.
Diversi studi psicologici hanno dimostrato come la scelta di ciò che indossiamo ha effetti sul nostro atteggiamento. L’enclothed cognition (disciplina che analizza l’effetto degli abiti sui processi cognitivi) afferma che il giusto abito può renderci più forti e può farci perfomrare al meglio. Hajo Adam e Adam Galinksy hanno spiegato in un loro studio (sull’ormai famoso esperimento del camice bianco) che a certi capi diamo un valore simbolico e quando li indossiamo non soltanto appariamo in un certo modo ma ne assumiamo anche le caratteristiche, comportandoci coerentemente con il significato.
Questa influenza dell’abbigliamento sulla dimensione cognitiva mi affascina molto, nel tempo ho imparato ad apprezzare anche  l’influenza che gli abiti hanno sull’aspetto, soprattutto a seguito di una formazione sul tema dell’armocromia.
Si tratta di una disciplina nata agli inizi del secolo scorso, dalle prime elaborazioni di Johannes Itten che ne pose le basi nel suo testo L’Arte del Colore, portata in auge negli anni ’70 da Carole Jackson, nel suo libro Colour Me Beautiful, con un sistema a 4 stagioni che si sono arricchite e moltiplicate arrivando ai nostri giorni a 16, 20 o più.
Il valore che riconosco a questo strumento è di permettere, attraverso l’analisi di alcuni indicatori e per mezzo di prove con drappi colorati, di individuare i colori che per temperatura, valore, contrasto e intensità, si armonizzano al nostro aspetto e lo migliorano.
Ho pensato che queste due risorse, Enclothed Cognition e Armocromia, potessero essere utilizzate per sostenere il nostro guardaroba e mi impegno ad utilizzarle per realizzare i capi PersonAtelier.
Nella scelta dei colori l’attenzione è quella di garantire una varietà tra tonalità calde e fredde, obiettivo non semplice perché soprattutto negli stampati i colori caldi e freddi si mescolano. Gli stampati poi sono selezionati per offrire la possibilità di comunicare, verso l’esterno e verso l’interno, diversi messaggi coerentemente con il lessico dell’abbigliamento.
Infine per dare concretezza al processo, accompagnano l’abito un cartellino che ne descrive l’intenzione, in termini di significato del colore, della foggia, del tessuto e dello stampato e una targhetta con una parola che racchiude e sintetizza l’intenzione.
Oltre ai capi, alcuni prodotti, ad esempio le pochette per il make-up, sono stati realizzati con tessuti personalizzati con un disegno ideato ad hoc.
I primi capi completi di questa dotazione li trovi in negozio da metà marzo, potremo costruire insieme la tua comunicazione autentica e consapevole in fatto di identità e immagine.


Il confezionamento dei capi è a cura di Gelso Sartoria Sociale, le targhette con la parola "intenzione" sono realizzata da ArkyFly e l’illustrazione delle stoffe è stata ideata e realizzata da Gusci Artigianato Illustrato.
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Un lessico dell'abbigliamento

19/2/2019

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Gli abiti che indossiamo parlano di noi. Raccontano le nostre caratteristiche, i nostri gusti, gli interessi, i bisogni e le nostre emozioni. Veicolano informazioni che conosciamo e talvolta cose che ignoriamo.
Il racconto poi può essere coerente e armonico presentando le diverse sfumature della nostra identità oppure mostrare gli aspetti che in realtà vorremmo tenere riservati.
Nell'immagine che offriamo attraverso l'abbigliamento possiamo così riconoscerci e piacerci o al contrario sentirla estranea e fonte di frustrazione e disagio, in mezzo a questi due poli ci sono naturalmente diverse altre possibilità.
Concentriamoci però sulla condizione in cui l'abbigliamento non ci rappresenti diventando causa di disagio per noi. Ritengo che in questo caso il nostro guardaroba diventi la nostra principale e più estesa maschera che mettiamo per adattarci all’ambiente e per presentarci pubblicamente.
In questi casi i vestiti che quotidianamente indossiamo rispecchiano l’esito dei nostri comportamenti adattivi e ci possono dare informazioni sulle sfere nelle quali abbiamo più investito o rispetto a cosa ci siamo più difesi.  
Per esempio se il tuo guardaroba contiene quasi esclusivamente abiti che usi per il lavoro, ipotizziamo un abbigliamento formale da ufficio, rivela che il tuo impegno lo stai mettendo in quella sfera con il rischio che il tuo essere sia aderente prevalentemente al tuo fare lavorativo.
Se invece il tuo guardaroba contiene quasi esclusivamente abiti comodi e di colori che scegli per praticità di abbinamento, dal momento che hai poco tempo per te perché hai la famiglia a cui badare, la casa, etc., ti sta rivelando che probabilmente sei più impegnata con i bisogni degli altri rispetto ai tuoi, o ancora se contiene abiti uguali tra di loro, di un unico colore e senza particolari forme, rivela che forse ti stai difendendo, nascondendoti e rendendoti invisibile.
Insomma poco, a poco le abitudini diventano la nostra realtà, modellano le nostre scelte e noi rischiamo così di perderci di vista.
Come uscire da questa impasse?
Innanzitutto dichiarandoti ciò  di cui hai bisogno e vuoi portare nella tua immagine, ad esempio nei casi sopra descritti si tratta di far emergere gli aspetti della tua personalità che nel tempo sono stati messi in ombra, ad esempio il sé personale, oppure quello femminile o quello estroso esprimendoli sia nell'atteggiamento, sia nell'abbigliamento, ed è a questo punto che torna utile conoscere il lessico dell'abbigliamento© , ovvero un vocabolario che raccoglie i significati simbolici dell'abbigliamento, una sorta di grammatica per il tuo stile.
L'idea del lessico mi è venuta dopo aver letto il libro "Il linguaggio dei vestiti" di Alison Lurie e dopo aver frequentato un corso di introduzione al Feng Shui Fashion Styling con Elisa Scagnetti, in entrambi i casi ho trovato spunti interessanti per riflettere e decodificare il significato di forme e colori ed ho pensato di raccoglierli per utilizzarli in modo intenzionale e agire in modo diverso coerentemente anche con i principi dell'enclothed cognition ma di questo ne parlerò in seguito.
Ed ecco qualche esempio, tratto dal lessico dell'abbigliamento© , per farti capire cosa intendo.
Prendiamo in esame le forme geometriche dei quadrati, delle righe e dei cerchi, che puoi trovare nelle stampe dei tessuti. Oltre all'aspetto estetico potrai così valutare se ti sono utili dal punto di vista del messaggio che veicolano.
I Quadrati nella lettura psicologica simboleggiano delimitazione, la simmetria tra i lati opposti comunica stabilità e organizzazione razionale rimandando alla stabilità. Da indossare se vuoi comunicare solidità, coesione, affidabilità.
Le righe per il loro andamento verticale, suggeriscono crescita, orientamento verso una direzione, ordine e precisione. Da indossare se vuoi trasmettere un’immagine ferma e se vuoi dar sviluppo e crescita alle tue attività.
Se le righe fanno pensare a ordine e precisione le linee curve ed i cerchi rinviano a libertà e rilassamento. I pois che sono spesso presenti in abiti da party o di clown o nelle fantasia dei bambini, rimandano a vivacità e divertimento. Da indossare se vuoi liberare il lato spiritoso ed estroso.
 
Se vuoi conoscere meglio il vocabolario ne parlo durante il workshop “Dai Forma  & Colore al tuo Stile”, oltre alle forme i significati sono estesi ai colori e a diverse tipologie di capi. Le prossime date le trovi qui: http://www.personatelier.com/new.html

Inoltre i principi dell’armocromia e dell’enclothed cognition sono alla base della realizzazione dei capi PersonAtelier, di questo te ne parlerò nel prossimo post.
​A presto!
 
 
 

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Mabel e l'abito giallo

8/2/2019

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Ti starai chiedendo chi sia Mabel, ebbene ho fatto la conoscenza di questo personaggio leggendo "L'abito nuovo", si tratta di un racconto breve contenuto ne“La Signora Dalloway in Bond Street e altri racconti” di Virginia Woolf.
Mabel è una donna sulla quarantina che viene invitata ad una festa, dalla signora Dalloway per l'appunto, e dopo varie esitazioni sulla partecipazione decide per un sì e segue il travaglio, è proprio il caso di dirlo, per la scelta dell'abito da indossare.
Opterà per un vestito sartoriale che giudica originale e che si rivelerà causa di tormento durante il party.

Mabel si era sentita bella provando il vestito che Miss Milan stava confezionando per lei per la festa di Clarissa Dalloway. Quando un giorno all'ora del tè, era arrivato l'invito della signora Dalloway, Mabel aveva pensato che certo lei non avrebbe potuto essere alla moda, assurdo illudersi, moda voleva dire taglio, voleva dire stile, tutte caratteristiche che non le appartenevano, ma perché non essere originale, perché non essere se stessa? Così aveva preso un vecchio libro di moda di sua madre, scegliendo un vestito con gonna lunga, maniche alte e corpetto che aveva fatto confezionare in seta in un pallido giallo. Quando si era guardata allo specchio del laboratorio con il vestito finito addosso Mabel fu colta da beatitudine, ammirazione e amore verso di sé. ... Poi, nel salotto di Clarissa Dalloway tutto svanisce, quel senso di beatitudine, amore verso di sé e gioia viene totalmente distrutto, smascherato, annientato e lascia il posto ad un rimuginio mentale fatto di angosce, dubbi e mortificazioni tanto da paragonarsi ad una mosca che cerca di trascinarsi ai bordi di un piattino mentre gli altri sono libellule, farfalle, splendidi insetti danzanti, palpitanti e leggeri. Mabel si chiede perché non possa avere sempre lo stesso sentimento, senza lasciarsi sbattere tutt'attorno solo per essere entrata in una stanza piena di gente.
Testo tratto e riadattato dal racconto "L'abito nuovo" contenuto ne “La Signora Dalloway in Bond Street e altri racconti” di Virginia Woolf.
 


Cosa mi sono portata a casa da questo racconto?
  • La distinzione tra originale, strano e personale: Mabel dice "ma perché non essere originale, perché non essere se stessa".
    Mi è capitato, in alcune occasioni, di confondere l'originalità e la stranezza con il bello e per me è stato un abbaglio perché nel tempo ho compreso che originale non è tout court bello e nemmeno personale. Quello che ti consiglio allora è più che ricercare l'originalità o l'unicità in un vestito o in un accessorio ricerca ciò che ti corrisponde. Per farlo focalizzati sulle tue caratteristiche e distintività domandandoti: Cosa mi caratterizza nell'aspetto e nella dimensione interiore? Cosa fa di me quella che sono? Cosa, se venisse a mancare, non mi renderebbe più me?
  • Il ruolo della preoccupazione e dei nostri film mentali: Mabel, durante il party, è paralizzata dai suoi pensieri severi e duri che la sbeffeggiano, la isolano e la mortificano impedendole di godersi la festa. Forse non a quei livelli ma credo capiti a molti di noi, in alcune circostanze, di sentirsi inadeguati. 
    Quello che secondo me aiuta in queste situazioni, quando il pensiero diventa assoluto e le opinioni diventano fatti, è un'incitazione a non credere a tutto quello che pensiamo. Se ti dovesse capitare di restare bloccata in scacco ai tuoi pensieri prova a mettere in discussione le prime opinioni dicendoti: "ok questa è una versione, ci sono altre versioni più utili per me?" riconoscendo che i pensieri sono nostri prodotti e come li abbiamo creati li possiamo spegnere e sostituire. Come per tutte le cose ci vuole allenamento!
  • La giostra emotiva della nostra autostima, ovvero le oscillazioni del nostro valore tra pubblico e privato: Mabel si era accuratamente preparata per la festa e davanti allo specchio nella sartoria di Miss Milan ha visto, anche solo per un istante, la sua bellezza che poi annulla nel salotto della signora Dalloway in cui si espone allo sguardo degli altri inviati: "Tutto era stato assolutamente distrutto, smascherato, annientato, al momento in cui aveva fatto il suo ingresso nel salotto della signora Dalloway” scrive la Woolf.
    Se anche a te capita di salire su questa giostra quello che ti suggerisco di fare è di mettere il silenziatore all'ideale di chi dovresti essere o potresti essere per aumentare il volume di chi sei e delle tue qualità. Non fraintendermi, visualizzare chi vuoi essere è un'attività molto energizzante e potente se fatta nei giusti modi, spazi e tempi, ma trovo che sia improduttiva quando si traduce in un confronto fine a se stesso o peggio ci mortifica.
  • L'importanza dell'abito: ebbene oggi sappiamo che gli abiti hanno dei poteri, io dico che possono raccontare, rivelare, rinforzare. Nella scelta di un abito per un'occasione importante la domanda se ciò che stiamo indossando esercita su di noi questi poteri credo sia importante porcela. Vale a dire: questo abito mi racconta, parla di me, delle mie caratteristiche e della mia essenza? Rivela la mia bellezza? Rinforza il mio benessere, il mio atteggiamento, il mio senso di agio?
​Spero che qualcuno di questi spunti possa essere utile anche a te per vestirti dentro e fuori per prenderti cura del tuo stile e della tua autostima.
Se ti va fammi sapere cosa ne pensi, a presto!
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Gli abiti che vestono le tue forme ed i tuoi pensieri: un breviario per lo stile & l'autostima

1/2/2019

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A quattro anni dall'apertura di PersonAtelier inauguro questo Blog. Fino ad oggi ho gestito le attività nel day by day, con azioni di respiro molto piccolo, pensate più o meno di giorno in giorno. Da quest'anno voglio mettere il mio impegno nel dare maggior spazio alla pianificazione e al racconto oltre che all'azione.
Nel descrivere PersonAtelier voglio partire da due parole che hanno sempre avuto su di me un fascino particolare: abito e pensiero. La voglia di dargli voce in questo contenitore è emersa quando qualche settimana fa mi sono imbattuta in un sito (insegnareonline.com) che presentava uno scambio narrativo, nel libro di De Amicis L'idioma gentile, tra uno scrittore ed una frase. Nel libro lo scrittore dice alla frase: “non puoi vestir la mia idea, le faresti addosso delle pieghe, e parresti un abito preso a nolo”. Vani sono i tentativi della frase di convincere lo scrittore ad utilizzarla e sebbene egli ne sia tentato desiste ribadendo che non può perché: “Le rassomigli, ma non sei quella che cerco”.
Ecco PersonAtelier, con i suoi prodotti ed i suoi servizi è nato con la finalità di aiutarti a trovare il tuo abito in fatto di forme e pensieri.
Se lo cerchi sul dizionario abito deriva da habĭtus, può significare un modo di essere, un comportamento, una disposizione dell'animo e del fisico: è tutto ciò che siamo soliti avere con noi e portarci dietro continuamente. Di qui i suoi derivati, abituale, abitudine, abituare. 
​
Risultano immediate le sue implicazioni sull'immagine, che esibiamo abitualmente attraverso lo stile, e sulla nostra autostima attraverso i pensieri, le opinioni e le convinzioni che abitano la nostra mente.
In definitiva gli abiti che scegliamo di indossare, d'abitudine ogni giorno, per vestire le nostre forme ed i nostri pensieri diventano il nostro stile prevalente e alimentano la nostra autostima.
Di qui la mia convinzione profonda dell'importanza di porre attenzione alla qualità dei nostri abiti. Qualità da ricercare a partire dalla stoffa, passando poi dal modello, e infine dal colore e questo vale per gli abiti che vestono le forme e quelli che vestono i pensieri.

​
E allora qui di seguito ti propongo un piccolo breviario per prenderti cura del tuo stile e della tua autostima attraverso la scelta degli abiti che ti si addicono.
Occorre innanzitutto dotarti di buone stoffe: fibre naturali che non siano nocive per la tua salute, modelli, forme e colori che ti valorizzino nell'aspetto, sostenendoti al tempo stesso nelle tua intima essenza e dando grinta ed energia alle tue aspirazioni.
Allo stesso modo occorre che tu ponga attenzione alla stoffa dei tuoi pensieri, mi riferisco alle parole che scegli nel tuo quotidiano: non trascurare di usare quelle a valenza positiva, conta sull'intera gamma dei colori, specie quelli vivaci e accesi... quanto al confezionamento crea un buon equilibrio tra forme spigolose e linee curve nelle tue conversazioni.
Infine resisti alla tentazioni di indossare abiti non adatti per modello, colore, taglia, foggia e cerca, cerca ancora!
E se ancora non avrai trovato, potrai sempre fare un salto da noi, dove c'è quello occorre in fatto di abito e habitus, per vestirti dentro e fuori ;-)
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