In ordine sparso quello che mi ha colpito a proposito di identità, immagine e corpo e le associazioni che mi sono venute in mente a proposito di dichiarazioni, dichiaranti, magi e maghi.
L’autodefinizione come atto di magia: divento quello che dico di essere, creo quello che pronuncio e l’importanza di essere consapevoli di sé.
Eh già… qui entra in gioco il potere del dichiarare. La dichiarazione è un atto linguistico che genera una nuova realtà. Nel momento in cui dichiaro che farò… sarò…otterrò, inizia un nuovo futuro.
Allora quanto è importante che le mie dichiarazioni siano allineate con chi sono e chi voglio essere!
Le dichiarazioni richiedono legittimazione, ossia affinché funzionino e compiano quel che dicono occorre che il dichiarante abbia autorevolezza e potere: quando un prete dice “adesso siete marito e moglie”, quell’unione diventa reale, perché il prete ha il potere di farlo.
Di qui, per le nostre dichiarazioni, l’importanza di legittimarci, ritenerci autorevoli e potenti rispetto a quello che dichiariamo.
Non a caso poco dopo nell'intervista il dialogo procede con la distinzione nel concetto di magia e la Foer specifica che: c’è la magia che riesce, quella che incanta, quella che inganna, e che ci sono i maghi e i magi.
I magi operano per il bene, agiscono sulla materia, i maghi possono operare anche per il male.
Proprio come le nostre dichiarazioni: a volte riescono, a volte ci ingannano, a volte ci sbalordiscono. L’esito, a questo punto mi è più chiaro che, dipende da quanto ci percepiamo magi(ci).
Infine le due commentatrici portano diverse visioni del corpo, da un lato il corpo come strumento, come racconto oltre il corpo, per dire chi sono e mostrare come sono dentro e dall’altro il corpo come limite, come campo di battaglia e fragilità: "vedere me e non oltre me".
Estendo il concetto dal corpo all’immagine e penso che condivido tutte e due le posizioni, che possono coesistere: il corpo/immagine può raccontarmi e può anche rendermi invisibile.
Oggi preferisco concentrarmi sulla prima opzione, allora mi prenderò del tempo per: dichiarare chi sono e chi voglio essere, legittimando il mio potere.
Manca solo una parola magica, ah no… prenderò a prestito un evergreen, allora....abracadabra "io creerò come parlo", vuoi provarci anche tu?