Ti è mai capitato di provare un capo di abbigliamento in un negozio e davanti allo specchio di quel luogo non trovarti affatto male mentre di fronte allo specchio di casa tua non piacerti più?
Oppure guardarti allo specchio di casa con un certo vestito e piacerti, uscire per andare ad una cena o ad un incontro a cui tenevi e al ritorno a casa o già in quella situazione non piacerti più?
In questo articolo vorrei esaminare cosa hanno in comune queste due situazioni e perché questo, secondo me accade.
- La prima cosa che mi viene in mente e che in tutti e due i casi si è in una situazione di “attesa” di “preparativo” insomma ci guardiamo e immaginiamo come sarà indossare quel capo in una certa occasione, l’effetto che farà sugli altri e su di noi, come ci renderà con le giuste scarpe, trucco, etc. e solitamente questi momenti sono carichi di enfasi, di energia, di aspettative, quindi l’umore è di un tono un po’ più elevato sia per l’elemento “speranza” sia per la risonanza positiva dell’adrenalina dell’euforia del momento che ci porta ad essere più positivi ed incoraggianti.
- Poi accade che quando percorriamo lo spazio temporale e fisico tra la prova del vestito in negozio o davanti allo specchio di casa e il momento successivo, nel mezzo succedono delle cose che hanno a che fare con la comparazione sociale e così confrontando il nostro aspetto con gli altri potremmo uscirne insoddisfatti a causa delle oscillazioni del nostro valore tra pubblico e privato
- Questo punto è strettamente collegato con un altro fattore che è quello dell’autovalutazione critica, vale a dire quel particolare processo mentale attraverso il quale valutiamo e giudichiamo noi stessi e che può essere influenzato da una serie di fattori, come ad esempio:
- gli standard estetici che ci siamo formati nel tempo a seconda delle conversazioni vissute delle opinioni incontrate in famiglia, a scuola, sul lavoro, con i media;
- pressione sociale che può farci dubitare di noi;
- il livello di autostima, le persone con un'alta autostima sono più indulgenti verso di sé e meno preoccupate del giudizio altrui. Le persone con una bassa autostima tendono ad un giudizio più severo verso di sé e temono il giudizio altrui;
- il livello di autoconsapevolezza, tanto più è elevato tanto più ci porta a notare difetti o imperfezioni.
Come uscire allora da questo impasse legato alla percezione di sé, possiamo lavorare sul versante stile e sul versante autostima.
Per quanto riguarda lo stile, il riferimento è:
- al proprio guardaroba: scegliendo i capi che riflettano chi siamo e ci facciano sentire a nostro agio;
- beauty routine: prendendosi cura di sé, dall’hair care alla skin care, facendosi, se necessario, guidare da professionisti del settore;
- esercizio fisico: svolto in modo regolare contribuisce a lavorare sul corpo con effetti benefici anche sulla postura e sulla mente.
- all'accrescere la consapevolezza da un lato delle proprie risorse, abbassando il volume della critica negativa, dall’altro delle proprie insicurezze, facendo focus su cosa ci rende insicuri
- fare esperienza di strategie di coping prendendo spunto da cosa funziona per altri, relativizzando i propri giudizi negativi, praticando la gratitudine per ciò che abbiamo.
A te scegliere da dove iniziare!