Il nostro guardaroba comprende diverse tipologie di indumenti: bluse, calze, pantaloni, giacche, gonne che possono essere paragonate alle diverse specie viventi. George Darwin, figlio di Charles Darwin, ha tratteggiato un confronto tra l’evoluzione delle forme di vita e l’evoluzione degli abiti.
La biologia ci insegna che una specie può svilupparsi per gradi, a volte perdendo quelle caratteristiche che non hanno più utilità, altre mantenendole in forma ridotta.
Lo stesso possiamo osservare nell’abbigliamento, ad esempio in alcune giacche a coda da uomo sulla schiena sono apposti due bottoni, oggi ornamentali, un tempo utilizzati per fermare verso l’alto le code in modo che non intralciassero andando a cavallo.
Così come i risvolti delle maniche e dei pantaloni oggi sono decorativi ma un tempo le maniche dei soprabiti e delle giacche venivano spesso risvoltate per mettere in mostra i dettagli ricercati del capo sottostante.
I risvolti dei pantaloni trovavano ragione di esistere per proteggerne il fondo, si trattava di una manovra temporanea e i pantaloni venivano tirati giù non appena si abbandonava la strada fangosa per entrare in casa.
A determinare le sorti del’evoluzionismo degli abiti vi è la moda, in alcuni periodi accelererà il suo ritmo, un esempio è stato dopo la Rivoluzione Francese con la comparsa della borghesia, periodo nel quale intere specie scomparvero, altre il ritmo del cambiamento sarà più lento non essendoci ragioni storiche o culturali alla base.
Ai giorni nostri il fast fashion e allo stesso modo la sostenibilità sta portando ad una semplificazione nella manifattura degli abiti che via, via stanno perdendo dettagli che richiedono spesso un prezzo troppo elevato nella lavorazione e così, capo dopo capo assistiamo a piccole estinzioni e si spera a nuove apparizioni.