Se lo è domandato la designer Ingrid Fetell Lee che ha indagato l’impatto psicologico dell’ambiente sul nostro umore, ne ha parlato nella Ted Talk intitolata “Where joy hides and how to find it” e nel suo libro Cromosofia.
La designer racconta di come in tutti i libri sulla felicità che aveva letto, nessuno suggeriva che la gioia potesse nascondersi in un armadio o nei pensili di una cucina e più studiava l’argomento è più scopriva che la gioia non era una forza arcana e misteriosa, ma emanava direttamente dalle proprietà fisiche degli oggetti, vale a dire da quello che i designer chiamano estetica.
L’autrice parla così di estetica della gioia, identificando dieci estetiche, ossia dieci elementi fisici connessi con il sentimento della gioia, che vanno dai colori vivaci, alla luce, alle simmetrie, alle forme sferiche e curvilinee per arrivare all’energia, all’abbondanza e alla natura. Sostenendo che il potere delle estetiche sta nel loro parlare direttamente al nostro inconscio e quando presenti rendono gli ambienti più stimolanti e gioiosi. Del resto già in tempi più remoti in psicologia diversi esperimenti, dalle auto del Bronx e Paolo Alto di Zimbardo (1969), alle finestre rotte di Wilson e Kelling (1982), ai rifiuti di Keizer (2008), hanno messo in evidenza come degrado e incuria negli ambienti stimolassero comportamenti antisociali.
Poi si pone una domanda molto interessante, in relazione al fatto che spesso sappiano cosa ci renderebbe felici in un ambiente o cosa ci piace, eppure ci ritroviamo in contesti che sono l’esatto opposto, più precisamente si chiede: “pochi direbbero che il loro colore preferito è il grigio o il beige, eppure le nostre case sono spesso dipinte di anonime tonalità neutre. Perché c’è un divario così netto tra i colori che ci trasmettono gioia e quelli di cui ci circondiamo?
La risposta che si dà è cromofobia, che affonda le sue radici in svariate cause, dalla mancanza di coraggio nell’osare, alla tirannia dell’opinione pubblica, alla paura di scegliere e sbagliare.
Traspongo tutto questo nel rapporto con l’abbigliamento e ritrovo molteplici analogie. Spesso sappiamo cosa ci piace, tuttavia pensiamo che non sia opportuno, non sia adatto e così scegliamo qualcosa di modesto e neutro, trascurando il fatto che quello che vale per l’ambiente, che letteralmente è lo spazio che circonda qualcosa, vale anche per ciò che circonda il nostro corpo, vale a dire l’abbigliamento.
Allora un piccolo breviario di gioia prêt-à-porter , preso dal lessico dell’abbigliamento per ispirarsi nella scelta dei propri abbinamenti.
Se vuoi:
- Accoglienza: nelle forme usa pois, linee curve, cerchi. Nei colori usa arancione, giallo, rosa e i colori pastello in genere.
- Briosità: nelle forme usa linee a zig zag. Nei colori usa giallo, arancio, turchese.
- Estro: nelle forme usa l'animalier. Nei colori usa: rosso, fucsia, turchese e in genere i colori accesi.
- Magnetismo: nelle forme usa stampe astratte o l’animalier. Nei colori usa il viola, il bianco.
- Ottimismo: nelle forme usa i cerchi ed i pois di medie dimensioni. Nei colori usa il giallo.
Mi piace concludere con la visione dell’autrice sul colore nei vestiti, una riflessione che può ispirarci ad andare oltre la cromofobia verso la cromosofia: un capo colorato è come un piccolo dono, un puntino luminoso di gioia in un paesaggio tetro.
Approfondimenti
Il sito di Ingrid Fetell Lee
Joyspotter's guide: 12 consigli da scaricare per trovare più gioia nell'ambiente
Cromosofia. Forme e colori che rendono la tua vita felice. Ingrid Fetell Lee. Sperling & Kupfer, 2019