Il comun denominatore è stato ritornare al passato. Sia per lavoro, sia per diletto, le letture sono state tutte un po’ vintage, dei manuali e delle monografie degli anni 60-70-90, così come romanzi con storie ambientate nel ‘900.
L’effetto è stato strano, del tipo: so già come va a finire ma è bello ripercorrere le tappe.
Per esempio rispetto ai temi della psicologia dell’abbigliamento mi ha sorpreso ritrovare l’antesignano dell’enclothed cognition nel concetto di “funzione predisposizionale” . L’autore (M. Bianca) spiega che questa espressione si riferisce al fatto che l’abbigliamento non solo esprime i caratteri della personalità, ma agisce come stimolatore e rafforzatore del comportamento. In tal senso l’abbigliamento predispone l’individuo ad essere e agire in modo “consono” all’abbigliamento che indossa.
Indossare un abito stimola a comportarsi seguendo i significati che sono stati assegnati, Per questo quando si indossa un abito del proprio guardaroba si indossa anche il comportamento abbigliativo associato.
Quasi 30 anni fa veniva descritta, con parole poco frequenti, quella che oggi va sotto il nome di enclothed cognition.
Insomma questa immersione nel passato ha reso evidente come alcuni concetti siano superati, altri delle evoluzioni, altri alla ribalta, e ho pensato che quello che possiamo consapevolizzare tra le pagine dei libri, succede anche tra le pieghe dei nostri abiti.
Così come i libri, della nostra libreria, ci rimandano la storia di quello che è stato è ciò che è diventato, i vestiti del nostro guardaroba ci rimandano l’immagine di chi eravamo e siamo diventati.
Mi sono domandata guardando alcuni capi chi ero quando ho scelto un certo paio di pantaloni, quella blusa che oggi non metto più o quel top che metto da almeno 15 anni.
Proprio come ho fatto dopo la lettura con i concetti che ho appreso dai libri, ho fatto con i vestiti del mio guardaroba, in entrambe i casi: ho individuato cosa mi corrispondeva, cosa mi suscitava un’emozione, quello che era una garanzia, quello che non capivo o mi lasciava dei dubbi e quello che non mi diceva (più) niente.
E così sono seguite delle azioni, e delle direzioni, ho ricomposto quello che ho dentro e quello che metto fuori, pensieri e vestiti, ne sono uscita con più chiarezza sui progetti di settembre.
Se fare questo lavoro ti interessa puoi decidere se farlo a partire dai libri o dai vestiti rispondendo ai punti di seguito. Della tua libreria e/o del tuo guardaroba cosa:
- ti corrisponde oggi (vale a dire ti fa emozionare, brillare gli occhi, sorridere)?
- è per te una garanzia (vale a dire che sai che funziona a prescindere)?
- non ti convince del tutto (perché non capisci fino in fondo, ti lascia perplessa)?
- non ti dice più niente (vale adire non ti entusiasma)?
Intanto luglio volge al termine, agosto è alle porte, dunque buona estate e arrivederci a settembre!